Corriere della Sera

Da Gino Strada a Vanoni, il ritorno dei volti noti: anche noi dobbiamo agire

Bisio: orgoglioso di questa città, è un bel segnale per tutti

- di Leonard Berberi

MILANO «Questa è una manifestaz­ione bellissima, serena, pacifica, incasinata, si cammina, ci si ferma. È un bel messaggio per tutti». La sintesi del corteo di ieri la fa Claudio Bisio. È solo uno dei tanti tra cantanti e intellettu­ali che ieri si sono ritrovati in piazza. Non accadeva da anni. Anzi, partecipar­e a manifestaz­ioni e feste di popolo era diventato quasi un essere fuori dal tempo. Ieri a Milano non è stato così.

Quando la testa del corteo entra in piazza del Duomo, la coda aspetta ancora a Porta Venezia. Un chilometro e otto di strada gremita di persone: molte non faranno in tempo ad arrivare davanti alla cattedrale. In mezzo le foto, ma pochi selfie, a Gino Strada, a Roberto Vecchioni. Cittadini e intellettu­ali, oggi un pochino meno influencer. Una folla colorata e vivace. Una partecipaz­ione che a molti ricorda l’era dei girotondi. Perché è vero che ci sono le autorità, ma queste stanno attente a non politicizz­are troppo l’evento. Cosa che spiega anche l’assenza di un vero e proprio palco in Duomo.

Cittadini con diverse origini e declinazio­ni, ma riuniti in massa in nome della difesa di alcuni princìpi. Ma anche un movimento che coinvolge, dopo molto tempo i volti noti.

Spazio allora a decine di striscioni, alle delegazion­i di tutta Italia di circa 1.200 tra enti e associazio­ni presenti con gli striscioni, ai rappresent­anti di oltre 700 Comuni. Riace compresa. Spazio, tra le tante realtà, alle «Mamme per la pelle», arrivate con i figli e con lo striscione «Il mondo che vogliamo è una storia a colori». Poi ecco la ricostruzi­one di una nave lunga circa nove metri — «ecologica e solidale» — di Saving Humans, con la scritta «Zero sbarchi, 6 morti al giorno: nel Mediterran­eo annega l’europa». Mentre il carro dei «Sentinelli» di Milano vince forse il premio del più colorato di tutti. I «Sentinelli» sono una delle sei sigle che, lo scorso autunno, ha lanciato l’idea di questo corteo con Insieme Senza Muri, Anpi, Acli, Mamme per la pelle e Action Aid. S’intravvedo­no i vertici Emergency, Amnesty Internatio­nal, Medici senza frontiere. Ci sono le delegazion­i di alcune associazio­ni impegnate nel soccorso nel Mediterran­eo (Sea Watch, Open Arms).

E poi ci sono loro, i nomi famosi. Chi vicino alla testa del corteo, chi in coda e chi di lato. Artisti, cantanti, attori, comici. Con Vecchioni e Bisio, Ornella Vanoni, Maria Amelia Monti, Malika Ayane Giobbe Covatta passando per Luca Bigazzi e Lella Costa. Si potrebbe dire un ritorno alla piazza, per quest’ultima e Vecchioni, dopo quel famoso «Girotondo per la democrazia» davanti alla Rai di Milano il 10 marzo 2002.

«Ho sempre detto quello che penso e continuerò a farlo, per questo sono qui: questa è l’italia che mi piace», risponde ai cronisti Claudio Bisio. L’attore e conduttore si dice «orgoglioso di Milano». Certo, ammette, «c’è un po’ di diffidenza. Ma siamo qui per dimostrare che non c’è da aver paura di nessuno. E sono fiero dei due sindaci, Giuliano Pisapia prima e Beppe Sala adesso».

Gad Lerner scatta foto alle famiglie. «Questo corteo è l’anticipazi­one di quello che sarà il Paese ed è molto meglio di quello che viene raccontato nei talk show o sui social». Nando Dalla Chiesa è con i ragazzi dell’associazio­ne «Libera»: «Non so se siamo di fronte a una grande testimonia­nza, ma è bella e importante. Bisogna partire dai diritti delle persone».

Ornella Vanoni viene circondata da diverse persone e si presta ai selfie. «Anche noi artisti abbiamo una responsabi­lità in questo momento», sostiene. «Questo è evento è stato molto bello, anche se mi chiedo che tipo di impatto avrà: in tanti continuano a votare Lega». Ma attenti a sostenere che una come Vanoni sia per l’apertura indiscrimi­nata. «Non voglio mica questo! Voglio spiegare che chi arriva qui non lo fa per piacere: è gente disperata, che fugge dalla guerra, dalla miseria, dalla siccità, dagli stupri. Arrivano bimbi orfani, bimbi che dovremmo adottare, non respingere. E non arrivano qui comodi, sono disposti a morire».

d Non voglio mica aperture indiscrimi­nate! Voglio spiegare che chi arriva qui non lo fa per piacere ma perché è gente disperata Ornella Vanoni

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(Ansa) Il gesto Un gruppo di giovani partecipan­ti al corteo «People», la manifestaz­ione anti-razzista svoltasi ieri pomeriggio a Milano, fa il segno del cuore con le mani

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