Corriere della Sera

Cautela leghista dopo le polemiche per Macron in tv da Fazio

- T.L.

ROMA «Macron da Fazio? Fateci caso, io non ho detto mezza parola...». Per una volta, il riflesso condiziona­to di chi si aspettava un intervento a gamba tesa ha giocato un brutto scherzo anche ai fedelissim­i di Matteo Salvini. E invece il vicepremie­r, come ha ribadito alla sua cerchia ristretta, ha preferito per ora marcare visita. Certo, come ripetono le persone a lui vicine, il vicepremie­r non ha simpatia né per Fabio Fazio né tantomeno per Emmanuel Macron. Ma dietro alla scelta di non aderire alla levata di scudi di Fratelli d’italia e di un pezzo del suo stesso partito — ponderata sin dal momento dell’annuncio dell’intervista al presidente francese che andrà in onda questa sera a «Che tempo che fa» — ci sono almeno due ragioni.

La prima riguarda gli ascolti, tema a cui Salvini non rimane insensibil­e. Se lo share dell’intervista al presidente francese fosse sopra la media stagionale del domenicale di Raiuno, allora difficilme­nte affronterà l’argomento. Di fronte a un eventuale flop, così come nella remotissim­a possibilit­à di ritrovarsi al centro dell’intervista, il vicepremie­r farebbe fatica a rimanere in silenzio. Anzi. La seconda riguarda un’incredibil­e sintonia che potrebbe emergere tra le parole consegnate da Macron a Fazio e il vicepremie­r leghista, soprattutt­o sul sì alla Tav e sull’eventuale apertura della Francia all’accoglienz­a ai migranti. Sull’intervista, giudicata «intensa» da chi ha avuto modo di vederla al montaggio, proseguono le polemiche, ormai alimentate soltanto dal partito di Giorgia Meloni. «Le polemiche su quest’intervista sono incomprens­ibili», ha messo a verbale Vittorio Sgarbi. «Uno scoop, un ottimo colpo», l’ha definito Pier Ferdinando Casini. Dietro, nell’ombra, ci sono Lega e Cinquestel­le. Che da domani sera potrebbero ritrovarsi divisi persino sulle parole pronunciat­e alla tv di Stato da un comune «nemico».

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