Il boss Di Lauro catturato nella sua Napoli La svolta arriva dopo un femminicidio
Latitante dal 2004, era l’erede del clan di Secondigliano. Il premier Conte: operazione straordinaria
La latitanza dell’ultimo boss di Scampia e Secondigliano è finita davanti a un piatto di pasta al pomodoro condita con pesto di pistacchi. Marco Di Lauro, l’uomo fino a ieri più ricercato d’italia dopo Matteo Messina Denaro, stava pranzando quando polizia e carabinieri hanno fatto irruzione nell’anonimo appartamento del quartiere Marianella, senza stanze segrete né impianti di sorveglianza e nemmeno guardie all’esterno, dove Di Lauro viveva con la compagna e con due gatti, gli unici per i quali abbia espresso preoccupazione mentre gli mettevano le manette.
Trentanove anni, latitante dal 2004, condannato a 11 anni per associazione mafiosa e accusato di traffico internazionale di stupefacenti, Di Lauro era l’erede del clan guidato dal padre Paolo, detto Ciruzzo ‘o milionario, e dal fratello Cosimo, entrambi in carcere da tempo, che a partire dagli anni Novanta trasformarono Scampia nella più grande piazza di spaccio d’europa, e che proprio nel 2004 scatenarono una sanguinosa faida contro un gruppo di ex affiliati, fuoriusciti per organizzarsi in proprio.
Dopo quel periodo tragico, il clan Di Lauro fu in gran parte smantellato dalle indagini della Procura di Napoli, ma proprio Marco dalla latitanza era riuscito a rimetterlo in sesto e a riconquistare un peso importante nel traffico di droga, seppure non l’assoluta egemonia di un tempo. Si era quindi dimostrato un capo in grado di raccogliere l’eredità dei suoi ingombranti parenti e predecessori, ed era anche riuscito a sostenere una latitanza certamente più difficile di quella del padre, proprio perché il clan non era più forte come in passato.
Gli investigatori che gli hanno dato la caccia in questi anni ne hanno colto spostamenti da un continente all’altro e continui rientri in Italia, ma soltanto ieri sono riusciti ad avere la certezza di dove si trovasse. E in questa svolta l’indagine su Marco Di Lauro Ricercato Marco Di Lauro, (foto), 39 anni, era considerato il secondo latitante più pericoloso, dopo Messina Denaro. Figlio di Paolo (detto Ciruzzo ’o milionario) era ricercato dal 2004 per associazione mafiosa e traffico di droga si incrocia con un episodio dal quale, inaspettatamente, sono arrivati gli elementi che hanno spinto centocinquanta uomini a circondare e poi fare irruzione nel nascondiglio del boss.
Ieri mattina ai carabinieri di Melito, un paese della provincia praticamente attaccato a Secondigliano, arriva la segnalazione dell’omicidio di una donna. Si chiamava Norina Mattuozzo, 33 anni, e da qualche giorno aveva lasciato il marito e si era trasferita con i due figli — una di 14 anni e un maschietto di 7 — a casa della madre. Qui l’uomo l’ha raggiunta per convincerla a tornare con lui, e dopo il rifiuto della donna le ha sparato tre colpi di pistola.
Lui si chiama Salvatore Tamburrino, ed è un fedelissimo dei Di Lauro, uno degli affiliati più vicini al capo. Dopo aver ucciso la moglie scappa, ma poche ore dopo si presenta con l’avvocato in Questura a Napoli, dice chi è e che cosa ha fatto e dopo l’interrogatorio viene trasferito in carcere.
Tra la sua confessione e il blitz che porta all’arresto di Marco Di Lauro, passa pochissimo tempo, sono due avvenimenti cronologicamente legatissimi. E il questore Antonio De Iesu e il comandante provinciale dei carabinieri Ubaldo Del Monaco ammettono
Il suo fedelissimo Uno dei suoi uomini ha assassinato la moglie e durante la fuga è stato intercettato