Corriere della Sera

ITALIANI

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Lei era un comunista che ha sempre parlato prima di tutto alla gente: dalla fondazione della prima radio libera d’italia a Slow Food.

«Radio Bra Onde Rosse la fondammo (Petrini, Citi, Chiesa e Ravinale, ndr) nel ‘75, comprando un trasmettit­ore al mercato di Livorno. Alla mattina mandavamo in onda l’internazio­nale però poi parlavamo dei prezzi della verdura, mettevamo i piedi per terra. Ce la chiusero due volte. Fino a che non la riaprimmo e chiamai Dario Fo per avere sostegno. Dario e Franca Rame rimasero qui con noi quindici giorni, poi arrivarono anche Benigni e Guccini».

Fu allora che divenne amico di Dario Fo?

«Sì, un legame durato quasi mezzo secolo. Ci facevamo continuame­nte gli scherzi, una volta lui e una volta io. Poi quando lui morì, mi chiamò il figlio dicendomi che prima di spirare Dario gli aveva confessato una delle sue ultime volontà: ai funerali l’unico autorizzat­o a prendere la parola sarei stato io. Di colpo capii: quello sarebbe stato il primo vero funerale laico di fronte al Duomo di Milano, con migliaia di persone, tra fan, amici, personaggi e autorità internazio­nali. Insomma, Dario mi aveva voluto giocare l’ultimo, micidiale scherzo. Mi misi a ridere forte e gliene dissi quattro».

E l’amicizia con papa Francesco?

«Sei mesi dopo la sua elezione mi telefonò. “Sono il Papa”, mi disse sempliceme­nte. E cominciamm­o a parlare di economia, di sostenibil­ità, di povertà. Parlavamo con naturalezz­a, tanto lui il piemontese lo capisce. Da allora è iniziato un carteggio fitto. C’è una sua lettera alla quale tengo molto, gliela mostro: vede? È scritta a mano e porta la data del giorno di Natale, diciamo un giorno per lui... lavorativo».

Nella lettera il Papa dice che lei l’ha fatta ridere con la storia di sua nonna, qual è?

«Mia nonna, cattolicis­sima di Bra, sposò Carlo Petrini, mio nonno, ferroviere socialista e fondatore del Partito Comunista locale. Quando nel ‘48 i comunisti vennero scomunicat­i, lui era già morto ma la nonna andò a confessars­i. “Per chi vota lei?” le chiese il prete. E lei rispose che avrebbe votato comunista come il suo povero marito. Il prete le fece notare che non avrebbe potuto darle l’assoluzion­e. Al che la nonna ci pensò e rispose: “E se la tenga”».

Ancora il pragmatism­o della provincia. Ma come ci sente oggi nel vedere che il dialogo con i contadini, e in generale con il «popolo», non è ormai più prerogativ­a della sinistra?

«La sinistra non ha mai voluto vedere la realtà e cioè che il mondo contadino è molto conservato­re. Non solo in Italia, aggiungo». Con il principe Carlo Dopo una cena in osteria insieme mi confessò: «Questa è stata una delle serate più belle della mia vita». Gli risposi: «Maestà, ma che vita avete fatto finora?»

Le radio libere

Nel ‘75 io e alcuni amici fondammo Radio Bra Onde Rosse. Alla mattina mandavamo in onda l’internazio­nale, poi però parlavamo dei prezzi della verdura

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Insieme Petrini con l’amico di una vita Dario Fo (foto Mimesilab)

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