NON SOLTANTO TAV E SPREAD, PER FORTUNA C’È LEONARDO
Efinalmente ci capita ogni tanto di non sentir parlare di Tav, di manovra, di quota 100, di reddito di cittadinanza, di debito, di spread. Ogni tanto l’italia diventa un modello invidiato, amato, richiesto, ammirato senza riserve da tutti nel mondo. E a quel punto ci sarebbe (dico ci sarebbe) da gonfiare il petto e puntare sull’orgoglio nazionale piuttosto che alzare le spalle e andare avanti come sempre. Due volte, nella scorsa settimana, è accaduto che finalmente, pensando all’italia, gli europei hanno avuto delle ottime ragioni per dimenticare le nostre magagne, cialtronerie, aggressività: è stato quando il ministro Bonisoli ha incontrato il suo omologo francese per collaborare, con vicendevoli prestiti di opere, in occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (2019) e di Raffaello (2020). Un’occasione in cui eravamo noi gli azionisti di maggioranza, trattandosi di due geni del Rinascimento italiano, al netto del fatto, incontestabile, che Leonardo trascorse gli ultimi anni alla corte di Francesco I. L’altra notizia è che alla Gemäldegalerie di Berlino è arrivata, dalla National Gallery di Londra, la grande mostra dedicata a Mantegna e Bellini: un centinaio di opere tra dipinti e disegni. Per il mondo, insomma, esiste l’italia del Rinascimento, dell’arte e della cultura: e quell’italia esiste al presente e non al passato remoto, visto che raccoglie tanta ammirazione. Ed esisterebbe al presente ancora di più se fossimo consapevoli anche noi del suo valore (al presente). Magari riuscendo finalmente a scommetterci sopra con convinzione e con investimenti. Nel 2018 (l’anno più difficile, dopo gli attentati terroristici) il Louvre ha toccato il record di 10 milioni di visitatori: il nostro museo più frequentato, gli Uffizi, «vanta» 2 milioni di ingressi. E per aumentare i visitatori nei musei italiani bisogna inventarsi una settimana gratuita (dal 5 al 10 marzo).