Più tutele per rider e collaboratori
Gli emendamenti del governo: i ciclofattorini promossi a dipendenti e più assistenza ai parasubordinati
L’iter
● Il decreto legge sul «reddito di cittadinanza» e «quota 100» è stato approvato al Senato e ora è all’esame della Camera, dove sarà discusso in aula dal 18 marzo
● Poiché verrà modificato dovrà tornare al Senato. Il provvedimento deve essere convertito in legge entro il 29 marzo
Ci sono anche le tutele per i ciclofattorini (rider) negli emendamenti che governo e maggioranza presenteranno al decreto legge su «quota 100» e «reddito di cittadinanza». Il decretone, dopo essere stato approvato mercoledì scorso al Senato, da domani sarà all’esame delle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera.
Nella bozza di emendamento in preparazione i rider, e più in generale i lavoratori «la cui organizzazione è predisposta dal committente» anche «attraverso il ricorso a piattaforme digitali», avrebbero diritto a vedersi applicate le regole del lavoro subordinato. Significa, tra l’altro, che sarebbe vietata la retribuzione «con il sistema del cottimo»; che bisognerebbe avere l’assicurazione Inail; che le imprese del food delivery (consegna di cibo e bevande a domicilio) avrebbero l’obbligo di fare almeno 6 ore di formazione sulla sicurezza; e di fornire i dispostivi di protezione e di adottare «misure necessarie a tutelare la salute psicofisica» dei lavoratori».
La proposta, si legge nella relazione, punta a fissare «livelli minimi di tutela» per «riorganizzare una particolare categoria di lavoratori impiegati attraverso piattaforme digitali, attualmente non inquadrati in una peculiare tipologia contrattuale». La bozza dell’emendamento parla quindi esplicitamente di tutelare chi è occupato «con rapporti di lavoro non subordinato» nel campo della «consegna pasti a domicilio in ambito urbano attraverso piattaforme digitali».
Fra le proposte allo studio ce ne sono di importanti anche per i lavoratori parasubordinati iscritti alla gestione separata dell’inps. In particolare, basterebbe una sola mensilità di contribuzione nell’ultimo anno, invece delle tre che servono ora, per avere diritto all’indennità di malattia e ricovero ospedaliero, alla maternità e congedi parentali e anche alla disoccupazione. Nella bozza, anticipata dall’ansa, la relazione tecnica indica un ampliamento di circa il 20% dei beneficiari e di circa 5 mila lavoratori in più che beneficerebbero dell’indennità di disoccupazione.
Il governo sta anche pensando a misure di sostegno per i lavoratori che “salvano” le loro aziende. In particolare, si sta valutando la creazione di un fondo ad hoc per i cosiddetti workers buyout, cioè gli ex dipendenti di imprese «sottoposte a procedure concorsuali» che costituiscono cooperative per rilevare queste aziende in default. Tali coop, si legge nella bozza di emendamento al decretone, avranno «diritto di prelazione per l’affitto o l’acquisto di aziende, rami di azienda o complessi di beni». A disposizione 1 milione di euro l’anno nel 2019 e nel 2020.
Al Senato, spiega la relatrice per la Lega, Elena Murelli, verranno anche affrontati i nodi delle maggiori risorse per il reddito di cittadinanza alle famiglie numerose e con disabili e quello dell’estensione della platea per il riscatto laurea agevolato: «Ho chiesto una apertura sugli stagionali, per consentire anche a chi ha fatto solo “lavoretti” prima del 1996 di usufruire della norma». Il decretone dovrebbe arrivare all’esame dell’aula della Camera il 18 marzo, poi dovrà tornare al Senato per l’approvazione finale.
I salvataggi L’esecutivo sta anche pensando a sostegni per i lavoratori che «salvano» le aziende