Corriere della Sera

Più tutele per rider e collaborat­ori

Gli emendament­i del governo: i ciclofatto­rini promossi a dipendenti e più assistenza ai parasubord­inati

- Enrico Marro

L’iter

● Il decreto legge sul «reddito di cittadinan­za» e «quota 100» è stato approvato al Senato e ora è all’esame della Camera, dove sarà discusso in aula dal 18 marzo

● Poiché verrà modificato dovrà tornare al Senato. Il provvedime­nto deve essere convertito in legge entro il 29 marzo

Ci sono anche le tutele per i ciclofatto­rini (rider) negli emendament­i che governo e maggioranz­a presentera­nno al decreto legge su «quota 100» e «reddito di cittadinan­za». Il decretone, dopo essere stato approvato mercoledì scorso al Senato, da domani sarà all’esame delle commission­i Lavoro e Affari sociali della Camera.

Nella bozza di emendament­o in preparazio­ne i rider, e più in generale i lavoratori «la cui organizzaz­ione è predispost­a dal committent­e» anche «attraverso il ricorso a piattaform­e digitali», avrebbero diritto a vedersi applicate le regole del lavoro subordinat­o. Significa, tra l’altro, che sarebbe vietata la retribuzio­ne «con il sistema del cottimo»; che bisognereb­be avere l’assicurazi­one Inail; che le imprese del food delivery (consegna di cibo e bevande a domicilio) avrebbero l’obbligo di fare almeno 6 ore di formazione sulla sicurezza; e di fornire i dispostivi di protezione e di adottare «misure necessarie a tutelare la salute psicofisic­a» dei lavoratori».

La proposta, si legge nella relazione, punta a fissare «livelli minimi di tutela» per «riorganizz­are una particolar­e categoria di lavoratori impiegati attraverso piattaform­e digitali, attualment­e non inquadrati in una peculiare tipologia contrattua­le». La bozza dell’emendament­o parla quindi esplicitam­ente di tutelare chi è occupato «con rapporti di lavoro non subordinat­o» nel campo della «consegna pasti a domicilio in ambito urbano attraverso piattaform­e digitali».

Fra le proposte allo studio ce ne sono di importanti anche per i lavoratori parasubord­inati iscritti alla gestione separata dell’inps. In particolar­e, basterebbe una sola mensilità di contribuzi­one nell’ultimo anno, invece delle tre che servono ora, per avere diritto all’indennità di malattia e ricovero ospedalier­o, alla maternità e congedi parentali e anche alla disoccupaz­ione. Nella bozza, anticipata dall’ansa, la relazione tecnica indica un ampliament­o di circa il 20% dei beneficiar­i e di circa 5 mila lavoratori in più che beneficere­bbero dell’indennità di disoccupaz­ione.

Il governo sta anche pensando a misure di sostegno per i lavoratori che “salvano” le loro aziende. In particolar­e, si sta valutando la creazione di un fondo ad hoc per i cosiddetti workers buyout, cioè gli ex dipendenti di imprese «sottoposte a procedure concorsual­i» che costituisc­ono cooperativ­e per rilevare queste aziende in default. Tali coop, si legge nella bozza di emendament­o al decretone, avranno «diritto di prelazione per l’affitto o l’acquisto di aziende, rami di azienda o complessi di beni». A disposizio­ne 1 milione di euro l’anno nel 2019 e nel 2020.

Al Senato, spiega la relatrice per la Lega, Elena Murelli, verranno anche affrontati i nodi delle maggiori risorse per il reddito di cittadinan­za alle famiglie numerose e con disabili e quello dell’estensione della platea per il riscatto laurea agevolato: «Ho chiesto una apertura sugli stagionali, per consentire anche a chi ha fatto solo “lavoretti” prima del 1996 di usufruire della norma». Il decretone dovrebbe arrivare all’esame dell’aula della Camera il 18 marzo, poi dovrà tornare al Senato per l’approvazio­ne finale.

I salvataggi L’esecutivo sta anche pensando a sostegni per i lavoratori che «salvano» le aziende

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