Una patrimoniale da 45,7 miliardi
La tassa esiste già, tra imposte su casa, auto, tivù e investimenti finanziari. Il punto sui prelievi, che valgono il 2,7% del Pil, domani su L’economia, gratis con il Corriere
La patrimoniale? C’è già e vale 45,7 miliardi. Il calcolo è sull’economia del Corriere della Sera, in edicola domani gratis con il quotidiano. L’ha fatto la Cgia di Mestre, comprende le imposte sulla casa, l’auto, la tivù e gli investimenti finanziari. Non bastasse, c’è la quantità delle tasse locali che a una patrimoniale possono essere assimilate: spesso tagliate e spesso ricresciute. L’esempio qui lo fa Ernesto Maria Ruffini, l’ex direttore dell’agenzia delle Entrate. La tassa sui rifiuti, con oltre dieci miliardi di gettito dal 2007, ha più che compensato l’abolizione dell’ici, l’imposta comunale sugli immobili. «Di fatto è diventata una patrimoniale occulta», scrive Ruffini. E ricorda che i Comuni, dopo che nel 2008 l’ici fu cancellata, «persero sì quasi tre miliardi di imposta, ma ottennero quasi tre miliardi in più di trasferimenti dallo Stato che lo Stato trovò non su Plutone, ma fra le proprie entrate, in primis tributarie». Come dire che i cittadini hanno pagato le stesse tasse, sotto altro nome. Per la cronaca, i 45,7 miliardi conteggiati dagli artigiani di Mestre valgono il 2,7% del Pil, cifra più o meno costante negli ultimi anni (dal 2012 al 2017). E tra proprietà Blu
È il colore della sezione dell’«economia» dedicata alle inchieste e agli approfondimenti affidati alle grandi firme internazionali Arancione
La sezione dedicata all’innovazione è arancione: sarà raccontato non solo il mondo dell’hi-tech ma tutto quanto è innovazione La copertina
Da Salvatore Ferragamo jr a Leone Marzotto, che cosa fanno gli eredi delle dinastie industriali Verde
La sezione Patrimoni e Finanza è verde. Ospiterà approfondimenti sul risparmio, gli investimenti, il Fisco e le pensioni Pagine 2 e 3
L’acqua in gestione ai Comuni? Un macigno sul debito dello Stato (e comunque è già pubblica)
e spazzatura il prelievo sul mattone è salito in nove anni di nove miliardi (da 17 a 26 nel 2007-2016, nota Ruffini).
A proposito di impegni collettivi, l’altro tema d’attualità è l’acqua: pubblica o no? Circa la metà di quella trasportata dagli acquedotti italiani va dispersa, si sa: quindi un intervento di sistema serve. Ed è su questo, non a caso,
che aveva annunciato novità la Cdp di Fabrizio Palermo, alla presentazione del nuovo piano industriale. Ma la proposta di legge che dovrebbe approdare alla Camera il 25 marzo, prima firmataria Federica Daga dei Cinque Stelle, «può trasformarsi in un macigno sui conti pubblici», dice Ferruccio de Bortoli. «L’acqua è già pubblica — scrive —. Il 97% della pocome
i fondi di private equity e venture capital. Che in Europa, come in Italia, si stanno concentrando sulle piccole e medie imprese, ma già mettono le mani avanti. «Nell’italia in recessione investiremo ancora, ma con più attenzione», dice all’economia Michael Collins, presidente di Invest Europe, l’associazione dei fondi europei. E prevede un futuro radioso per il Lussemburgo, più che per Francoforte o Milano, dopo la Brexit.
Fra i personaggi, la curiosità è che cosa fanno (soprattutto cibo) i rampolli delle dinastie industriali, da Salvatore Ferragamo Junior a Leone Marzotto. La novità è l’emergere delle donne nell’asset management: in quattro custodiscono 6,7 trilioni (e secondo uno studio citato da Veronica De Romanis, le economiste sono meno influenzabili).
Intanto ripartono cautamente la Cgil di Maurizio Landini, con la nuova squadra, e il Creval senza più scuse dopo il ribaltone al vertice. Quanto ai risparmiatori, forse è tornato il momento di investire nei Btp, ma con una guida. Sull’economia trovate quattro idee.
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