Ma è tornato nel mirino
L’allenatore striglia la squadra. Icardi resta un rebus
MILANO Passano le stagioni, ma anno dopo anno la fotografia è sempre la stessa. L’inter è ripiombata nel catatonico letargo invernale. Uno stato di crisi conclamato dal successo del Milan sul Sassuolo. La sconfitta di Cagliari e la vittoria dei rossoneri hanno tolto a Spalletti il terzo posto. Come un tremolante funambolo, l’inter oggi è in precario equilibrio sul confine della Champions League: mantiene il quarto posto con ancora tre punti di vantaggio sulla Roma.
Se miglioramento doveva essere rispetto all’anno passato, per ora non c’è stato. Non nella posizione, 4° posto come una stagione fa, non nei punti (4 in meno), non nella Coppa Italia (ancora eliminati ai quarti). Dodici mesi in fotocopia, se non fosse per l’europa League, un’oasi nell’odierno deserto nerazzurro.
Il girone di ritorno è cominciato peggio di quello d’andata che pure aveva compresso l’inizio della stagione e gettato ombre su tutti. Almeno allora c’era la Champions League con cui ripartire. Appena 8 punti nelle prime sette gare del ritorno sono una miseria e soprattutto sono cinque punti in meno rispetto all’andata. In più l’inter ha lasciato ben 15 punti alle squadre della parte destra della classifica, un capitale dilapidato.
Spalletti è tornato al centro del mirino. La società ha sempre ribadito fiducia all’allenatore, ponendo una sola condizione: mantenere la Champions League. La sua permanenza fino a fine stagione (poi andrà via: in pole c’è Massimiliano Allegri) è legata proprio a questa linea invalicabile. L’allenatore si gioca molto nelle prossime partite di campionato, ma in mezzo non demo ve fare l’errore di snobbare l’europa League. Sarà un peso in più da gestire la trasferta di giovedì contro l’eintracht Francoforte, che non ha mai perso nel 2019, ha battuto ieri 3-2 l’hoffenheim ed è quinto in Bundesliga.
Sarà per questo che ad Appiano il tecnico ha strigliato la squadra. Una chiacchierata con lo spogliatoio per pungere l’orgoglio dei giocatori. Non è possibile cominciare un match come è successo a Cagliari, occorre più cinismo sottoporta e maggiore carattere: questo ha chiesto Spalletti e una pronta reazione. Il momento difficile lo sottolinea la presenza dell’ad Beppe Marotta e dei dirigenti Piero Ausilio e Giovanni Gardini all’allenamento. Si va avanti insieme, con un patto d’orgoglio per ripartire.
Il «disunito» è l’ex capitano Mauro Icardi. Siamo ormai agli sgoccioli con la fisioterapia. Spalletti a Cagliari ha parlato di cinque giorni, quindi anche a Francoforte starà fuori. Che farà lui è un rebus. Clinicamente potrebbe tornare ad allenarsi subito, deve decidere l’argentino. L’inter ne ha bisogno: Lautaro segna, ma è diffidato, e se Spalletti è costretto a schierare Ranocchia da centravanti è il segnale che non ha davvero nessuno, almeno finché non rientrerà Keita (si spera nel derby). Il ritorno di Icardi però è un’ipotesi lontana. La frattura è netta, nessuno fa passi indietro, la situazione è congelata e l’inter non può obbligarlo a giocare se il centravanti continua a sostenere di sentire dolore. Anche lui si è convinto: a fine stagione andrà via, dove è da vedere.