Corriere della Sera

Il rock infinito di Domme spacca anche in Norvegia «Un trionfo a modo mio»

- Flavio Vanetti

Domme, quanti vasi di Nutella ti meriti? «Un bel po’...» ridacchia Dominik Paris dall’altra parte del telefono e dalla Norvegia. L’uomo rock dello sci ha dato un’altra suonata alla concorrenz­a — quarta vittoria stagionale nella Coppa del mondo, la terza in discesa, detto che la contabilit­à deve contemplar­e a parte l’oro iridato in superg — e l’aspetto centrale è che il primo dei battuti è Beat Feuz, colui che quasi sicurament­e conquister­à il trofeo di specialità.

Nel successo del campione azzurro a Kvitfjell, terra spesso consacrata ai norvegesi padroni di casa ma non raramente pure a noi italiani come confermano anche le memorie di un Werner Heel che giusto ieri ha salutato la brigata, c’è infatti un pizzico di amaro. Grazie al meteo bizzoso, che ha impedito di recuperare qui la discesa di Garmisch (ora depennata), Paris si è visto privato di una seconda chance d’attacco al primato del rivale svizzero. Con il secondo posto, Feuz ha minimizzat­o i danni: alle finali di metà marzo a Soldeu (Andorra) arriverà con 80 punti su Domme.

Posto che una vittoria ne assegna 100 e che nell’ultimo atto vanno a punti solo i primi

Raggiunto Ghedina 13ª vittoria in Coppa: «Ma non penso ai record». Oggi superg: il titolo come obiettivo

15 e non i primi 30, Paris dovrà vincere o arrivare secondo e sperare nel primo caso che Feuz chiuda al massimo tredicesim­o (la vittoria sarebbe ex aequo) e nel secondo che sia sedicesimo. Siamo ai miracoli e non sempre trovi lo Jansrud che si suicida e che regala la coppetta a Peter Fill. «Ma io sono soddisfatt­o comunque — dice Paris —: Feuz sta sciando benissimo, batterlo aggiunge qualità al mio successo. Anche stavolta ho provato a fare a modo mio e ho avuto di nuovo ragione».

Da un po’ di tempo funziona così: Domme riesce a fare ciò che vuole «e in pista si vede». Come a Bormio o a Kitz ha scavato la differenza nel tratto finale: i 3 decimi di vantaggio di Feuz all’ultimo intertempo sono evaporati. «Non era facile, ho spinto ed è andata bene. Su questa pista avevo già vinto nel 2016, sapevo dove e come colpire».

È il tredicesim­o primo posto per lui in Coppa: raggiunto Kristian Ghedina sul podio dei plurivinci­tori azzurri, dopo Tomba (50) e Thoeni (24). «Ma io non penso a staccare il Ghedo, con il quale tra l’altro non parlo mai di gare quando lo incontro, e nemmeno ai record . Mi concentro sulle singole corse e me le godo. Sciando in scioltezza è tutto più facile: la fiducia cresce». Stamane serve una replica in superg, e non solo perché Paris è il campione del mondo in carica: questa coppa di specialità, dovendo rimontare appena 6 punti a Kriechmayr in due gare, è più che possibile. «Se arrivasse, sarebbe la ciliegia sulla torta di una grande stagione». Una torta a base dell’amata Nutella.

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(Ap) Jet azzurro Dominik Paris in azione durante la discesa libera di ieri a Kvitfjell in Norvegia

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