PRIMA E DURANTE LA GRAVIDANZA SONO PERMESSI GLI ANTIDEPRESSIVI? E NEL CASO SI PUÒ ALLATTARE?
Io e il mio compagno desidereremmo avere un bambino, io ho 31 anni e assumo sertralina da 90 mg, anche se sto cercando di ridurla da molto tempo e parlo di anni. All’inizio ne prendevo 200 mg, poi ho ridotto le dosi, ma molto lentamente, e non ce la faccio a sospendere il farmaco del tutto, perché ricompaiono i sintomi.
La mia domanda è: in gravidanza ci sono rischi se si assumono inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina? Devo aspettare di riuscire a sospendere del tutto il farmaco prima di pensare ad una gravidanza? Se potessi continuare a usarlo poi, potrei allattare? Vorrei avere tanto un bimbo ma sono combattuta perché non so a quali conseguenze posso andare incontro.
Gli studi oggi disponibili non consentono di valutare in modo conclusivo la sicurezza di impiego in gravidanza della sertralina, e più in generale degli antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri). Alcune ricerche hanno infatti osservato un aumento del rischio di malformazioni, in particolare di difetti cardiaci, riscontro non confermato, però, in altre. Inoltre, la maggior parte degli studi che hanno confrontato il rischio di difetti congeniti tra i nati da mamme in terapia farmacologica per depressione e mamme con depressione che non assumevano antidepressivi non hanno osservato differenze.
Per quanto riguarda i difetti cardiaci, per cui i dati a disposizione sono più consistenti, occorre considerare che questo tipo di malformazioni compare nell’1% dei neonati, indipendentemente dall’assunzione di farmaci da parte della mamma (rischio di base). Con l’assunzione di antidepressivi si stima che la probabilità di osservare questo tipo di anomalie non superi il 2%. L’eventuale aumento di rischio sarebbe, quindi, di lieve entità.
Sono stati segnalati anche altri tipi di malformazioni in nati da mamme in terapia con sertralina (per esempio anomalie della struttura del cranio, dell’apparato digerente, del tratto respiratorio). Si tratta di segnalazioni di pochi casi, non viste in altri studi e al momento i dati raccolti fanno ritenere improbabile un’associazione tra la sertralina e questi difetti congeniti. Gli antidepressivi se assunti nel terzo trimestre, in particolare nel corso delle ultime settimane di gravidanza, possono causare sintomi di astinenza nel neonato alla nascita: per esempio irritabilità, respirazione faticosa, tremori, ipoglicemia. Si tratta di sintomi che in genere durano 48-72 ore e che nella maggior parte dei casi scompaiono da soli senza necessità di un trattamento medico. Tra i rischi della terapia con antidepressivi in gravidanza segnalati dalle ricerche c’è anche la possibilità di ipertensione polmonare persistente nel neonato. Anche in questo caso, come per il rischio di malformazioni, gli studi disponibili non consentono di stabilire in modo conclusivo se ci sia o meno un’associazione tra l’uso materno di questi farmaci e la malattia neonatale. La frequenza con cui compare l’ipertensione polmonare persistente nel neonato è relativamente bassa, intorno a 1-2 casi ogni mille nuovi nati; si stima che nei neonati esposti ad antidepressivi nel corso della gravidanza questa potrebbe aumentare a 3 casi su mille nati, vale a dire che ogni mille nati da mamme in terapia con antidepressivi ci sarebbe un caso in più rispetto a quanto avviene normalmente.
La depressione, se non adeguatamente controllata, può avere conseguenze negative sulla gravidanza (per esempio un maggior rischio di parto prematuro e di basso peso alla nascita) e sullo sviluppo del neonato. In alcuni casi, gli eventuali rischi del trattamento farmacologico possono essere inferiori ai benefici della terapia. Questa valutazione deve essere effettuata dallo specialista per ciascun caso.
La sertralina è considerata da molti esperti come uno degli antidepressivi di scelta in allattamento. Passa nel latte materno in quantità molto basse e sono disponibili dati su un numero consistente di coppie mamma-bambino seguite durante l’allattamento.
Le consiglio di parlare con lo specialista che la sta seguendo e con il ginecologo del vostro desiderio di avere un figlio, così da poter valutare la terapia, in termini di farmaco e di dose, più appropriata, e quali esami eseguire nel corso della gestazione, e di seguire le loro indicazioni.