«Milano sia d’esempio»
«Io pronto ad aiutare. Certe politiche hanno sdoganato i cattivi sentimenti»
«Credo che il vento nazionale cambierà davvero se altre realtà faranno quello che sta facendo Milano», dice il sindaco Giuseppe Sala il giorno dopo la manifestazione contro il razzismo. «Se l’italia segue Milano, può esserci insomma un Paese diverso, capace di resistere alle chiusure di questo governo». E «io sono disponibile ad aiutare».
MILANO Pomeriggio al cinema con la mamma, la signora Stefania, a vedere il premiatissimo Green Book, una storia che parla, neanche a dirlo, d’integrazione e pregiudizi razziali. È la domenica delle primarie per la scelta del segretario del Pd ma per Beppe Sala è soprattutto il giorno dopo «People», la più grande mobilitazione contro il razzismo mai celebrata in Italia. «Prima le persone», lo slogan scelto per la manifestazione voluta dal Comune di Milano e da un arcipelago infinito di sigle del volontariato e del terzo settore e che ha portato in piazza duecentomila perone. La poderosa risposta di Milano a Matteo Salvini. Il successo della manifestazione dice che il vento nel paese inizia a cambiare, signor sindaco? «A dire il vero, a Milano questo vento non è mai soffiato tanto forte». Il resto del Paese però fa storia a sé e forse la manifestazione di sabato pomeriggio qualcosa ha spostato, qualche coscienza l’ha svegliata. «Credo che il vento nazionale cambierà davvero se altre realtà faranno quello sta facendo Milano. Se altri territori decideranno di mettersi in gioco, di provarci. Se l’italia segue Milano, può esserci insomma un Paese diverso, capace di resistere alle chiusure di questo governo. Per quanto mi riguarda, io sono disponibile ad aiutare chiunque voglia spendersi in questa missione».
A che punto è la notte, sindaco Sala? Nell’italia del 2019 razzismo e intolleranza sono davvero incubi di ritorno? «Ci sono dei cattivi sentimenti che circolano da un po’ e che certe politiche hanno contribuito a sdoganare. Un tempo magari c’erano le stesse pulsioni ma il contesto culturale e politico consigliava se non altro prudenza nell’esternarle. Ora non più». «E poi ora c’è il web. Che ha fornito lo strumento ideale per dar sfogo a questi impulsi. Si è creato un perfetto effetto valanga, insomma». Per questo una risposta era necessaria.
Beppe Grillo è stato il più puntuale nell’attaccare la manifestazione milanese. «Proprio lui che ha sempre parlato di partecipazione dovrebbe sapere che quando centinaia di migliaia di persone vanno in piazza per farsi ascoltare vanno rispettate. Forse non gli piace quello che ha visto perché la gente di Milano non ha detto nessun vaffa». «Da Beppe a Beppe — ha scritto Sala su Facebook — : se vuoi io sono qui e sarei contento di confrontarmi con te su questi temi». Il sospetto è un altro. Una manifestazione come questa serve per autopromuoversi come leader nazionale, dicono in tantissimi e non solo da destra. «Fare il sindaco della città più importante d’italia è di per sé un ruolo profondamente politico e di primissimo piano. In mente per ora ho solo questo». Un secondo mandato a Palazzo Marino nel 2021? «Di questo ragioneremo più avanti. Oggi sono qui e devo pensare ad amministrare Miano. Punto. È un ruolo in cui mi trovo benissimo, perché ti permette di lanciare messaggi politici universali, come quello appunto di “People”, continuando a fare cose. Politica e concretezza». Organizzare una manifestazione politica e poi marciare in mezzo agli scout. «Non era una mossa programmata. Sono entrato in corteo in quello spezzone con l’idea di percorrerlo all’indietro per salutare tutti. Poi mi sono trovato così bene in mezzo a loro che mi sono fermato lì. Mi sono divertito, tutto qua». «Oggi poi ho ricevuto una valanga di messaggi, come mai prima», prosegue Sala. Il sindaco di Milano che molti immaginano alla guida del centrosinistra nazionale e che però non va a votare alle primarie. Lo aveva annunciato con grande anticipo, limitandosi all’augurio che dai gazebo uscisse un segretario capace di far «vita da mediano». «Confermo. Vorrei un leader che riparta dai territori. Ed è vero che in questa minicampagna elettorale per le primarie non si sono viste grandi differenze tra i tre candidati. Mi aspetto che dai seggi esca ora un leader capace di scelte coraggiose e anche radicali». Dopo i gazebo, sarà già il tempo della campagna elettorale per le Europee. Il «modello» Milano deve arrivare a Strasburgo. Il sindaco ripete da tempo che in lista ci dovrà essere spazio per qualcuno dei suoi assessori. Pierfrancesco Majorino, l’animatore della marcia dei 200 mila, scalda i motori. «È un politico di razza», dice di lui Sala che è anche un sostenitore convinto (e della primissima ora) del manifesto di Carlo Calenda. Un mese fa disse che avrebbe voluto che l’ex ministro guidasse nel Nord-ovest il listone unitario. E Pisapia? «Con Calenda ho parlato nelle settimane scorse e so che lui aveva l’intenzione di candidarsi anche qui. Con Giuliano non ho mai discusso direttamente di questa cosa. Vedremo».