Corriere della Sera

Algeri in rivolta: l’eterno leader si candida

Bouteflika, invalido e in Svizzera, si presenta per il quinto mandato. Il messaggio: riforme, poi lascio

- DAL NOSTRO INVIATO Francesco Battistini

TUNISI Se arrivare ad Algeri è attraversa­re uno specchio, come scrive Yasmina Khadra in un suo romanzo, lo specchio è opaco. Alle cinque della sera, davanti al Consiglio nazionale arrivano i cinque scortatiss­imi furgoni che trasportan­o il mandato numero cinque di Abdelaziz Bouteflika: posteggian­o l’immagine crepata d’un presidente poco propenso a specchiars­i, di un’algeria nella peggiore delle crisi politiche.

Per i suoi 82 anni, compiuti sabato, il malato Boutef non rientra dalla clinica svizzera e all’ultimo minuto utile si regala la candidatur­a per il 18 aprile. I suoi uomini scaricano i chili di firme che servono. Centinaia di studenti vengono tenuti a distanza con idranti e lacrimogen­i, gridano «vergogna!», ma il regime ci sente poco. Bouteflika si ricandida e, insieme, consegna una «lettera agli algerini» e una promessa: se vincerò, non terminerò il mandato e organizzer­ò entro un anno altre elezioni senza ripresenta­rmi, preparando invece una riforma della Costituzio­ne da approvare con referendum popolare.

È l’arrocco d’un Ubu Re tanto invisibile quanto impotente. La mossa d’un eterno presidente sotto scacco, osserva un editoriali­sta di El Watan, che non ha molta scelta: se Boutef cede, crolla tutto il suo clan; se resiste, la rivolta non si ferma; se molla qualcosa, chissà… S’è deciso tutto venerdì: mentre le piazze s’infiammava­no nei cortei, un manifestan­te ucciso e quasi duecento feriti, i fedelissim­i di Boutef si sono riuniti. I capi dei servizi, il fratello del presidente, Said, e su tutti l’onnipotent­e generale Ahmed Gaid Salah, 79 anni, da quindici a capo delle forze armate. Berbero di Batna, duro e collerico, uno che dà degli «ingrati» ai giovani in piazza e promette di stare «col Mujahed, il nostro Combattent­e, fino alla morte». È Salah, il ventriloqu­o del muto Boutef. Il garante della ricca gerontocra­zia rivoluzion­aria che blocca una gioventù bruciata dalla crisi del petrolio: per recuperare, e come dice una fonte diplomatic­a «costruirsi magari un futuro da Al Sisi dell’algeria», Salah ha dato il via libera alla tv di Stato perché parli finalmente delle proteste, in quemamra, gli stessi tg delle 20 che ogni sera narrano i suoi incontri ufficiali. Quindi ha orchestrat­o i cambi last minute: via Abdel Malek Sellal, l’uomo delle ultime campagne elettorali di Boutef, al suo posto il «giovane» (54 anni) ministro dei Trasporti, Zalene; via il contestato premier Ouyahia, che aveva minacciato «un’altra Siria», meglio rimpastare con l’ex ministro degli Esteri, La- spedito a Ginevra per l’investitur­a diretta del presidente.

Basterà? Di fronte, il regime ha un’opposizion­e divisa e quasi più ammutolita di Boutef. Sei candidati impalpabil­i. L’ex premier Ali Benflis, prima fedelissim­o della casta al potere e poi suo sfidante, ha scelto di boicottare il voto, come gli islamisti e l’estrema sinistra. Un altro possibile ricambio, l’ex generale Ali Ghediri, annuncia al popolo che «una nuova alba è iniziata»: il popolo però non pare l’ami molto, causa i servigi resi per lungo tempo al generaliss­imo Salah. L’assenza di leader bell’e pronti testimonia la spontaneit­à della rivolta. E la sorpresa di storici partner come la Francia, che ha un milione d’algerini in patria, compra da Boutef il gas e gli delega il controllo dei jihadisti sui confini di Niger e Mali. Quando Algeri tossisce, recita un adagio, Parigi s’ammala. Ma anche Roma farebbe bene a coprirsi: il mare fra l’algeria e la Sardegna, dicono i nostri servizi, può diventare la nuova rotta dell’harga, l’emigrazion­e dei barconi.

 ??  ?? Scontri Cannoni ad acqua sparati contro i manifestan­ti che protestava­no ieri contro la candidatur­a di Bouteflika (Ap)
Scontri Cannoni ad acqua sparati contro i manifestan­ti che protestava­no ieri contro la candidatur­a di Bouteflika (Ap)
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 ??  ?? Nella capitale Manifestan­ti bloccati dagli agenti davanti alla sede del Consiglio costituzio­nale di Algeri, nell’ultimo giorno possibile per la registrazi­one delle candidatur­e al voto del 18 aprile. Qui ieri è stata presentata la contestata candidatur­a di Bouteflika (Epa)
Nella capitale Manifestan­ti bloccati dagli agenti davanti alla sede del Consiglio costituzio­nale di Algeri, nell’ultimo giorno possibile per la registrazi­one delle candidatur­e al voto del 18 aprile. Qui ieri è stata presentata la contestata candidatur­a di Bouteflika (Epa)

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