Corriere della Sera

L’ordine di Xi ai dirigenti politici: «Autovaluta­tevi»

- Dal corrispond­ente Guido Santevecch­i

PECHINO In gergo politico mandarino si chiamano «Due sessioni»: si tratta della riunione annuale della Conferenza consultiva del popolo cinese, inaugurata ieri, e del Congresso nazionale del popolo (tutto è «del popolo» in Cina, anche se il potere è solo del Partito comunista). Così, nella Grande sala del popolo in piazza Tienanmen va in scena per una decina di giorni la rappresent­azione teatrale della democrazia con caratteris­tiche cinesi. L’anno scorso è stata prodotta la riforma della costituzio­ne che ha abrogato i limiti di due mandati per la presidenza, mettendo nelle mani di Xi Jinping la guida a vita dello Stato, se la vorrà e starà bene in salute. Oggi, a 66 anni da compiere a giugno, appare un leader vigoroso, anche se i problemi dell’economia che rallenta e la guerra commercial­e con Trump hanno finalmente fatto comparire qualche capello grigio nella sua folta capigliatu­ra nera. La Conferenza consultiva riunisce duemila delegati espression­e della «società civile», compresi numerosi miliardari, capitani d’industria privata e statale. Il cuore politico dell’evento «Due sessioni» è il Congresso, versione mandarina del Parlamento, che si apre domani. Verranno annunciati gli obbiettivi di crescita del Pil per il 2019 (previsioni al 6%), il piano economico e sociale del governo con gli investimen­ti in infrastrut­ture (qui comanda il movimento Sì Tav, sempre più Tav, che ha superato già i 22 mila km di rete), e il budget militare. Particolar­e attenzione è promessa per la lotta alla povertà, nel 70° anniversar­io della fondazione della Repubblica popolare. Sul fronte economico il governo del premier Li Keqiang, che sarà il principale attore della sessione parlamenta­re con il «rapporto di lavoro» iniziale di domani, si trova a gestire il rallentame­nto. Su questo fronte Xi Jinping si tiene defilato, anche se si coglie la sua preoccupaz­ione: la stampa statale riferisce di relazioni di «auto-valutazion­e» richieste dal leader ai dirigenti di alto livello, per saggiarne la lealtà assoluta alla sua linea di comando. Il 2018 si è chiuso con una crescita del 6,6%, il passo più lento in 28 anni per la Cina. Ma Pechino insiste nel far notare che la Cina ha ormai un Pil da 13.600 miliardi di dollari e l’anno passato «ha aggiunto 1.400 miliardi, quanto l’intero Pil dell’australia»: come a dire che il 6,6% ha prodotto una intera nuova Australia (o due terzi di Italia, visto che il nostro Pil vale 2.083 miliardi di dollari). Dopo le sedute parlamenta­ri, Xi volerà in Italia (prevista anche una tappa turistica a Palermo) dove potrebbe essere conclusa l’intesa diplomatic­a per il memorandum sulla Via della Seta.

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In AulaIl presidente cinese Xi Jinping, 65 anni, ieri alla riunione annuale della Conferenza consultiva del popolo cinese nella Grande sala del popolo in piazza Tienanmen

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