Guaidó rientra a Caracas e incita i suoi: «In piazza»
L’autoproclamato presidente del Venezuela, Juan Guaidó, ha annunciato ieri il suo rientro anticipato a Caracas dall’ecuador, dove si trovava in visita per ristabilire i rapporti con il Paese vicino e rilanciare la sua sfida a Maduro: il presidente dell’assemblea nazionale del Venezuela ha indetto per oggi e domani una «mobilitazione per il cambiamento, a partire dalle 11 del mattino» (le 16 in Italia) in tutto il Venezuela, dove tornerà dopo un tour del Sudamerica che ha attraversato in pochi giorni Colombia, Brasile, Paraguay, Argentina ed è finito nella città costiera di Salinas, in Ecuador. Lì Guaidó — riconosciuto da una cinquantina di Paesi come il legittimo capo di Stato venezuelano — ha scelto di non proseguire verso il Perù ma di rientrare in patria, dove però rischia l’arresto da parte delle forze dell’ordine (fedeli al presidente eletto Maduro) per aver violato il divieto di espatrio impostogli dalla Corte Suprema di Giustizia. Guaidó, il cui viaggio di ritorno potrebbe passare dalla Colombia o da Panama (ma l’informazione è stata tenuta top secret), aveva lasciato il Paese la scorsa settimana per raggiungere Cúcuta, città colombiana sul confine, da dove aveva tentato di coordinare l’ingresso in Venezuela degli aiuti umanitari bloccati da Maduro. Anche in quel caso le truppe del presidente in carica dal 2013 avevano fermato un convoglio di camion e li avevano rispediti indietro. Secondo Maduro, quello di Guaidó è «un colpo di Stato sostenuto dagli Usa».