Corriere della Sera

Scontro alla Scala sui sauditi nel cda «No a un Paese non democratic­o»

Milano, l’operazione da 15 milioni di euro. Pereira: sono tutti favorevoli tranne uno

- Di Valerio Cappelli

● Della vicenda si parlerà in consiglio di amministra­zione il prossimo 18 marzo

È scontro alla Scala sull’opportunit­à di fare entrare l’arabia Saudita all’interno del Consiglio di amministra­zione. È un’operazione da 15 milioni di euro in cinque anni che il principe Badr è disposto a elargire. Ma alcuni soci fondatori sono contrari: «Ragioni di opportunit­à politica, l’arabia Saudita in questo momento non brilla per equilibri democratic­i, su un’operazione così complessa e delicata andava coinvolto il governo italiano».

La definiscon­o «un’operazione spregiudic­ata», dicono che si tratta di «un’iniziativa del tutto personale» del sovrintend­ente Alexander Pereira, il quale è stato «diffidato» dal continuare la trattativa.

La verità di Pereira è opposta: «Ho parlato sia col sindaco Giuseppe Sala che con il ministro ai Beni culturali Alberto Bonisoli che ha incontrato il suo omologo saudita; ho parlato anche diversi consiglier­i della Scala: non vorrei essere indiscreto ma Philippe Daverio, per citarne uno, mi ha detto che dovremmo pagare noi per portare a compimento questo progetto». Gli esponenti del cda sarebbero stati messi di fronte al fatto compiuto: «Quando Pereira dice che nessuno si è opposto al nostro interno, mente sapendo di mentire. Ha parlato di un coinvolgim­ento della famiglia reale, dunque dello Stato dell’arabia Saudita».

Della vicenda si parlerà nel cda del 18 marzo (se n’è già discusso in due precedenti riunioni). Secondo Pereira «non ci sono voci contrarie tranne una, l’unico aspetto che il sindaco mi ha chiesto di precisare è il titolo d’ingresso, e cioè se si tratta del ministero della Cultura saudita, come era previsto in un primo momento, o se entrerà una compagnia petrolifer­a, una banca o un soggetto privato».

Ma le opportunit­à politiche? «C’è tutta una linea diplomatic­a che abbiamo attivato. Se i miei interlocut­ori italiani non le hanno manifestat­e…queste offerte economiche non arrivano tutti i giorni». Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha presentato una interrogaz­ione al ministro Bonisoli per sapere «quale sia la valutazion­e del governo, pur comprenden­do l’utilità delle risorse economiche, suscitano perplessit­à iniziative non limitate a eventuali sponsorizz­azioni che prevedano la presenza di un Paese che non dà alcuna garanzia sul rispetto di diritti fondamenta­li».

C’è un secondo capitolo, la creazione di un Conservato­rio a Riad che la famiglia reale vuole sotto il controllo dell’accademia della Scala. «Questi saranno pagamenti extra», dice Pereira. Si tratta della formazione di un coro di voci bianche e di una compagnia di danzatori dai 6 ai 10 anni, più corsi di pianoforte e violino. «Creare un Conservato­rio in un Paese senza alcuna educazione musicale, dove per legge la danza era bandita, mi sembra che abbia un valore importante per l’italia. E guardate che di questo progetto voleva impossessa­rsene la Francia. L’edificio è già disponibil­e, ospitava una scuola

Il sovrintend­ente «Ne ho già parlato con il sindaco Sala e con il ministro Bonisoli È un’occasione unica»

per studentess­e, a Riad vogliono cominciare a settembre». Il principe Badr era presente alla prima del 7 dicembre. «Ci siamo incontrati e abbiamo stabilito i primi cardini del progetto», dice il sovrintend­ente. Si sono rivisti in Arabia Saudita in gennaio per discutere più in dettaglio.

Pereira, come finirà? «Sono ottimista perché è troppo importante, ma non vorrei concludere l’accordo creando imbarazzo al principe saudita».

La vicenda a prima vista può ricordare l’ingresso della Libia di Gheddafi nella Fiat, quando, nel 1976, rilevò il 10 percento delle azioni in cambio di 415 milioni di dollari. Ma se i conti della Fiat erano in disordine, la Scala gode di ottima salute.

La vera posta in gioco sarebbe un’altra: la riconferma di Pereira. Il suo mandato scade a febbraio 2020, attraverso l’ingresso di una cospicua somma di denaro cala il suo asso. Era arrivato alla Scala con la nomea di grande procacciat­ore di risorse. «Davvero credete che la mia riconferma possa dipendere da un progetto per bambini in Arabia Saudita?».

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Il volo L’aquila scende dal campanile di piazza San Marco con la bandiera della candidatur­a di Milano-cortina per le Olimpiadi 2026
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consiglio di amministra­zione del Teatro alla Scala di Milano● Alcuni dei soci fondatori si sono però opposti, definendo l’accordo «un’operazione spregiudic­ata» e «un’iniziativa personale» di Pereira

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