Corriere della Sera

LA LOBBY RUMENA ALLA UE FRENA LA RUMENA KOVESI ALLA PROCURA EUROPEA

- di Paolo Valentino

L’Unione europea è alle soglie di una piccola rivoluzion­e. Nelle prossime settimane Consiglio ed Europarlam­ento designeran­no insieme il capo della nuova Procura europea, che a partire dal 2020 guiderà le inchieste sulle frodi ai danni dei fondi Ue e nell’applicazio­ne dell’iva. Per la prima volta, un’autorità comune avrà il potere di indagare nei 22 Paesi che aderiscono all’iniziativa. Ma la rivoluzion­e sarebbe doppia, se ministri e deputati facessero la cosa giusta, nominando una donna, Laura Codruta Kovesi, ex procuratri­ce generale della Romania, indicata da un comitato di esperti come la persona «meglio qualificat­a per l’incarico», dopo un processo di selezione rigoroso. Nel suo Paese Kovesi è una leggenda. Nominata a 33 anni al vertice della Procura rumena, ha perseguito la corruzione pubblica senza riguardi per nessuno, facendo condannare e mandando in prigione centinaia di esponenti politici di tutti i partiti, compreso un ex primo ministro. Venerata dall’opinione pubblica, Kovesi si è guadagnata l’odio di buona parte della classe politica. Così, l’ostacolo più forte alla sua nomina è proprio l’opposizion­e del governo di Bucarest, che può far leva sulla sua posizione di presidente di turno dell’ue. Il più accanito è l’ex premier e capo del partito socialdemo­cratico, Liviu Dragnea, che lo scorso anno era riuscito a far licenziare Kovesi da procuratri­ce generale. Dragnea era stato costretto a dimettersi da premier dopo la condanna per frode elettorale e peculato ed è ancora sotto inchiesta per appropriaz­ione indebita di fondi europei. La lobby rumena contro Kovesi è scatenata. Le autorità hanno perfino tentato di diffamarla, facendola mettere sotto inchiesta per presunti abusi d’ufficio. La buona notizia è che due commission­i del Parlamento europeo hanno espresso un voto favorevole alla sua nomina. Quella cattiva è che in un voto segreto i 28 rappresent­anti permanenti hanno a sorpresa messo Kovesi al secondo posto delle loro preferenze, dietro il candidato francese, Jean-françois Bohnert, segno che le pressioni rumene funzionano. Non che quest’ultimo non abbia i titoli per l’incarico. Ma in presenza di un’aperta e aggressiva opposizion­e del governo rumeno, non nominare Laura Kovesi, la candidata migliore secondo gli esperti, equivarreb­be a una resa.

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