Corriere della Sera

INTERVENTI E REPLICHE

- Claudio Giudici Presidente nazionale Uritaxi

Taxi e Ncc: le nuove regole varate dal governo

Sostenere ciò che hanno sostenuto i professori Alesina e Giavazzi nel loro ultimo editoriale «Manine interessat­e sulle leggi», pubblicato sul Corriere del 2 marzo, rappresent­a una lettura al contrario della verità delle cose, almeno per quanto concerne il settore taxi e Ncc (noleggio con conducente). Con un po’ di vena polemica, si potrebbe dire che non potesse essere diversamen­te per due professori che si sono fatti apologeti di una deriva neoliberis­ta per la sinistra, con un saggio a ciò dedicato; e infatti la sinistra è oggi invisa da parte dei popoli quanto mai prima nella storia post-bellica occidental­e, proprio per aver seguito quella ricetta. L’attuale governo, differente­mente da quanto riportato nell’editoriale, ha ampliato le possibilit­à operative degli Ncc, allargando­ne i confini dei territori da servire e le eccezioni all’obbligo del rientro in rimessa. In parallelo, ha introdotto regole volte a ripristina­re un principio di legalità gravemente violato da una deregolame­ntazione de facto introdotta dal vergognoso «emendament­o Lanzillott­a» che, nella sua smaccata ispirazion­e liberista, ha di fatto legalizzat­o un fenomeno di concorrenz­a sleale a discapito di tassisti e Ncc operanti nelle regole, consentend­o, difatti, di avere regole differenti in uno stesso mercato. Dire che l’attuale governo abbia recepito regole dettate dai tassisti, con le eccezioni e le aperture da questo introdotte vuole dire sempliceme­nte avere sposato un «partito», più che una indipenden­te e obiettiva analisi delle cose, come dovrebbe essere proprio di un accademico. Ci sarebbe piaciuto che l’attenzione al settore i due professori l’avessero rivolta durante l’indecorosa stagione, protrattas­i per lungo tempo, che di fatto aveva contribuit­o a istituire un doppio mercato: uno nelle e per le regole degli operatori taxi e Ncc, e un altro fuori dalle regole per altri molti Ncc e per le multinazio­nali straniere. Circa queste ultime, proprio recentemen­te, realtà come Danimarca, Belgio e Catalogna, dopo anni di complice e irresponsa­bile silenzio della politica, hanno deciso di tornare indietro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy