Roche, l’architetto tranquillo
Allievo di Mies van der Rohe, aveva lavorato per il Met
Kevin Roche: The Quiet Architect. Nel titolo del docufilm girato nel 2017 da Mark Noonan c’è tutto lo stile (e in qualche modo la particolarità) di Kevin Roche, l’architetto (vincitore nel 1982 del Pritzker, il Nobel dell’architettura) scomparso il primo marzo a 96 anni.
Un «architetto tranquillo» appunto, definizione che, viste le sue origini irlandesi (era nato a Dublino, nel 1922, emigrando negli Stati Uniti nel 1948), riporta inevitabilmente a un altro irlandese tranquillo, quel John Wayne protagonista di The Quiet Man diretto da John Ford nel 1952. Perché nonostante avesse studiato negli States con Mies van der Rohe e nonostante avesse lavorato «a bottega» con Eero Searinen (alla cui morte avrebbe rilevato lo studio e i progetti in corso come il terminal della Twa all’aeroporto John F. Kennedy di New York), Roche ha sempre voluto restare «nell’ombra». Tenendo sempre presente un obiettivo (ben sottolineato anche nella motivazione del Pritzker): creare spazi per la moderna società dove fosse possibile convivere e lavorare bene. Per questo, tra gli oltre 300 progetti realizzati da Roche prevalgono i musei (gli ampliamenti e le nuove ali del Met New York, l’oakland Museum in California): ben otto. E gli edifici pubblici e industriali: oltre 40. In buona parte «tirati su» in vetro e cemento seguendo linee sobrie e moderne. Tranquille, verrebbe da dire, proprio come Kevin Roche.