«Maestro che predicava impegno»
Marta Fattori: esigente e brillante, amava seminare dubbi e quesiti
Al primo posto il rigore filologico. «Ho conosciuto Tullio Gregory da studentessa, negli anni Sessanta. Insegnava Storia della filosofia medievale e mi colpì subito il suo richiamo costante alla lettura dei testi e all’esame dei documenti», ricorda Marta Fattori, docente emerita di Storia della filosofia ed ex preside all’università La Sapienza di Roma, che ha collaborato a lungo con lo studioso appena scomparso.
«La sua regola — prosegue — era non avanzare mai ipotesi che non si basassero su precisi riscontri. Perciò si considerava uno storico della filosofia più che un filosofo, nella convinzione che il suo compito fosse più seminare dubbi e incertezze, stimolare domande, che proporre teorie. E interpretava con lo stesso spirito il suo hobby preferito, la gastronomia, che praticava con un’attenta adesione alla tradizione culinaria».
Perciò, osserva Marta Fattori, «l’impresa alla quale si era dedicato con passione più intensa e duratura si chiama Lessico intellettuale europeo (oggi noto con la sigla Iliesi): un’opera di classificazione e schedatura dei termini in diverse lingue adottati dagli autori più importanti nella storia delle idee. Anche se amava i libri e aveva una biblioteca ricchissima, non disdegnava affatto l’utilizzo delle risorse digitali, purché rimanessero strumenti al servizio dell’intelligenza umana».
«Una delle sue doti — conclude Marta Fattori — era la capacità di esprimere pareri originali su qualsiasi argomento. A volte lo prendevo un po’ in giro chiedendogli se stava diventando un tuttologo. Ma la vocazione autentica di Gregory restava l’insegnamento: non si sottraeva mai alle richieste degli studenti, ma poi si mostrava molto esigente. Lo studio è fatica, diceva, e senza impegno serio non si ottiene nulla». (a. car.)
La docente Marta Fattori
Esortava sempre alla lettura diretta dei testi classici