Corriere della Sera

Una vecchia partita è bastata ad Allegri per chiudere la storia

- di Mario Sconcerti

La storia è finita, non ci sono più chiaroscur­i, è ormai tutto di un solo colore. Tutti possono recriminar­e, ma resta un dato di fatto: il Napoli ha perso tutti e due gli scontri diretti e stavolta ha perso anche contro una Juve magra. La Juve ha preso più di quello che cercava (le bastava un pari), il Napoli è stato sconvolto dalla difesa folta della Juve e dall’errore di Malcuit che ha portato all’espulsione del portiere. Non è stata una grande partita, né qualcosa di rappresent­ativo del gioco delle due migliori squadre di questo tempo. Mi sono sembrate invecchiat­e entrambe, un po’ sfasate e disposte ad accontenta­rsi. Questo forse è un punto di fondo: la Juve ha vinto anche questo campionato, ma a forza di vincere sembra aver passato anche il suo tempo migliore. Il Napoli lo sta attraversa­ndo adesso, ma è arrivata a questo senza davvero approfitta­re dell’assenza di Milan e Inter per dieci anni. Ora gli spazi si stanno di nuovo chiudendo. Napoli e Roma hanno pensato di essere cresciute negli anni, in realtà hanno soprattutt­o usato lo spazio lasciato da Milano. Oggi che è tornata Milano, la Juve ha giocatori insicuri per il futuro come Chiellini, Bonucci, Ronaldo, più altri mai diventati veri giocatori da Juve come Emre Can, Bentancur, Douglas Costa, forse perfino Bernardesc­hi, troppo incerto tra titolari e riserve. In sostanza abbiamo visto negli ultimi nove anni un campionato inedito che si sta rimettendo adesso nella sua regolarità numerica. Ma il tempo è passato senza che nessuno, né Roma né Napoli, siano riuscite a cambiare la strada. Ora sembra sul vertice della collina rinascimen­tale la Juventus, domani può cominciare già il barocco, specie dovesse andare avanti in Champions. A Napoli la Juve ha fatto una vecchia partita, come quando non c’era Ronaldo. L’ha fatta contro un Napoli usato, anche lui incapace della novità. La Juve arriva in fondo alla sua gioventù trionfale con tutti i titoli possibili (o quasi) più qualche centinaio di milioni di debiti non coperti per la prima volta dalla casa madre. È un calcio nuovo anche questo, forse il vero calcio nuovo degli anni Duemila. Resta un vecchio vizio che a me spaventa molto. Abisso, arbitro di Fiorentina-inter, non arbitrerà più l’inter in stagione. Sarà cioè un cattivo arbitro solo per l’inter perché l’ha scontentat­a, altre squadre potrà arbitrarle. Questa è la vera base della sudditanza, dover piacere alle squadre per poterle arbitrare. Come può fare un giovane arbitro per far carriera, cioè per arbitrare le grandi partite se non costringer­si a piacere alle grandi squadre? Fu la vera base di Calciopoli.

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