Juve forza 16
Il posticipo In gol Pjanic, Can e Callejon Insigne sbaglia il rigore del pari Battuto il Napoli, scudetto più vicino Fa discutere il rosso a Meret su Ronaldo
NAPOLI La Juve dei record vince ancora e adesso l’unico interrogativo è quando l’ottavo scudetto di fila, il quinto della gestione Allegri, diventerà aritmetico. Il Napoli sperava di fare sua la partita del San Paolo più per l’onore che per riaprire i giochi, magari anche per dare un senso a un campionato in cui la squadra di Ancelotti, a differenza di quanto aveva fatto quella di Sarri l’anno scorso, non è mai stata in corsa.
La Juventus, fragile in Champions, è padrona assoluta in Italia. Eppure al netto del dominio, certificato dai numeri, conserva più di un lato oscuro. Vincere al San Paolo, dove il Napoli non perdeva da un anno, è sempre un’impresa, però la botta rimediata al Metropolitano contro l’atletico non è del tutto smaltita. La regina non sembra ancora pronta per l’impresa contro il Cholo. Non è, insomma, la solita Juve: sull’1-0 si addormenta per dieci minuti facendo imbestialire Chiellini in campo e Allegri in panchina. E nella ripresa gioca solo per non prenderle tanto che Ronaldo si lamenta con l’allenatore perché non riceve palloni giocabili. Un atteggiamento non nuovo, quello del portoghese, ma che spiega bene i disagi bianconeri. E poi l’ingenuità di Pjanic, che lascia i compagni in dieci nel momento in cui la partita è in cassaforte, l’involuzione di Mandzukic, le difficoltà sulla catena di destra, Cancelo-can-bernardeschi. Szczesny, decisivo due volte su Zielinski, alla fine è il migliore in campo.
La partita prende una piega decisiva nell’arco di tre minuti intorno alla metà del primo tempo: l’intervento di Meret su Ronaldo, fuori dall’area per rimediare un incauto passagso. gio indietro di Malcuit, vale l’espulsione per il giovane portiere friulano nonostante le proteste di Ancelotti. Il tocco (se c’è) è lieve, sufficiente però a sbilanciare Cristiano e convincere Rocchi e la Var a decidere per il cartellino ros- La successiva punizione di Pjanic, la prima segnata dopo tanti inutili tentativi durante la stagione di CR7, aggira la barriera e si abbassa all’ultimo secondo, mandando a vuoto Ospina appena entrato. Carletto nel frattempo era già corso la squadra ai ripari aveva e per tolto riequilibrare Milik. La reazione veemente degli azzurri si ferma sul palo colpito da Zielinski. Dal possibile 1-1 si passa nel giro di dieci minuti allo 0-2 di Emre Can. Nel secondo tempo la Juve
si perde e si chiude. Pjanic, già ammonito, viene espulso dopo appena due minuti. Ancelotti, con Mertens per Malcuit, sceglie una squadra d’attacco. La rete di Callejon, la quarta ai bianconeri, riaccende il San Paolo. Napoli si infiamma e la regina sbanda parecchio, salvata da Szczesny. Allegri disperato toglie l’inconsistente Manduzkic per puntellare il centrocampo con Bentancur. Sul rigore di Insigne naufragano le speranze di rimonta degli azzurri. Rocchi lo assegna, dopo una rapida corsa al monitor, per un intervento di Alex Sandro con un braccio. Il neo capitano spedisce il pallone sul palo e la Juve vince ancora. Al Napoli resta solo l’applauso dei 50 mila del San Paolo.