Corriere della Sera

Paris, il nuovo supergigan­te

L’azzurro vince ancora e punta alla Coppa di specialità: «Materiali e fiducia, così sono cresciuto»

- Flavio Vanetti

Il fuoriclass­e annunciato da tempo e intravisto qua e là nel corso degli anni è ora sbocciato in tutto il suo splendore agonistico. È il momento di Dominik Paris. È la sua stagione. Ed è ormai vicina la prima Coppa del Mondo di specialità. Abile e arruolato come nuovo cannibale del nostro sport, Domme dalla Val di Ultimo si è preso pure il superg di Kvitfjell, seconda accoppiata dell’annata con la discesa dopo quella di Bormio e conferma di una adattabili­tà ai vari scenari che rappresent­a un valore aggiunto: in Valtellina aveva vinto sul ghiaccio; nelle terre olimpiche del 1994 ha invece dato la paga sulla neve fresca, ieri prima di ogni altro a Kjetil Jansrud, il «norge» che al Mondiale di Aare aveva approfitta­to di una situazione-limite per vincere l’oro della discesa. «Quest’anno ho fatto un salto di qualità su diversi fronti: più esperienza, maggiore cura nello sviluppo dei materiali, quindi la fiducia che arriva gara dopo gara. Oggi riesco a sciare sempre più vicino al limite, ecco la differenza».

Le cifre raccontano del successo numero 185 dell’italia maschile in Coppa, del 14° primo posto di Paris (Ghedina è alle spalle e parte l’attacco ai 24 centri di Gustavo Thoeni, posto che i 50 di Alberto Tomba resteranno inavvicina­bili) e del quinto colpo personale della stagione, oltre all’oro iridato proprio del superg: mai un velocista azzurro, in un’annata, ha raccolto tanto quanto lui. Ma il pensiero stupendo da qui in poi andrà alla «coppetta», da acciuffare il 14 marzo a Soldeu (Andorra). Il giorno prima Domme giocherà le ultime carte per quella della discesa, ben sapendo che servirà un miracolo per negarla allo svizzero Feuz. Però quel giovedì sarà lui a servire per il match: l’austriaco Kriechmayr, ieri 4°, ha perso la leadership e ora viaggia a -44 dall’azzurro; la prima alternativ­a sarà formata dalla coppia vichinga Kilde-jansrud (rispettiva­mente a -63 e a -64): «Il trofeo è vicino, ma semmai ne parliamo dopo le finali: basta un errore a rovinare quan- La quinta Dominik Paris, 29 anni, vola verso il quinto successo stagionale in Coppa del Mondo. L’azzurro ha vinto anche l’oro ai Mondiali (Afp) to hai seminato. Non ho mai sciato a Soldeu, credo come tanti altri. Quindi saremo sullo stesso piano».

Paris ha dato l’impression­e di poter dominare già nella parte alta (al primo rilevament­o aveva una velocità di 110,96 km/h), ma come nella libera la differenza l’ha fatta in basso, toccando i 124,55 km/ h. Lì ha guadagnato oltre mezzo secondo su Jansrud, più redditizio nel tratto centrale e in vantaggio di 9/100 all’ultimo intermedio ma poi autore di un errore dove Paris aveva raggiunto la perfezione. Velocità, scorrevole­zza, tecnica: il pregio del Dominik di oggi è anche di minimizzar­e gli effetti delle sbavature (ieri se ne sono viste un paio). «In superg la differenza sta nel far correre gli sci. Io ci sono riuscito: ho rischiato ma ho sempre tirato al massimo». Sole, neve o vento ormai non fanno più differenza per lui: era il tassello che mancava al mosaico di un campione che ha ancora tanto da dire. E da vincere.

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