Dovizioso al terzo tentativo Sarà questo l’anno buono?
Da due anni Andrea Dovizioso è vicecampione del mondo. Nel 2017 è arrivato pure a giocarsi il titolo all’ultimo Gp, chiudendo con le stesse vittorie di Marquez. La differenza l’ha sempre fatta la costanza di rendimento, quella che MM ha nel sangue e che il ducatista invece ogni tanto perde per strada, accumulando troppi zeri. Nel frattempo la Ducati sembra essere diventata la moto di riferimento, e i test precampionato lo hanno dimostrato. L’antico progetto di avere una base buona per tutti i circuiti si è ormai realizzato, la guidabilità non è più un sogno e la bontà della Desmosedici è confermata dal buon passo di Petrucci, l’erede di Lorenzo, promosso dal team satellite Pramac dove si è insediato Bagnaia, il campione del mondo di Moto2: esordiente coi fiocchi, anche Pecco sta facendo benissimo, migliorando a ogni uscita e sbagliando niente. Ottimo nelle prime prove in Malesia, Dovizioso ha tentennato in Qatar, uscendo con sensazioni contraddittorie: «Non finisco il test con il feeling migliore, ma non mi voglio preoccupare». Fa bene. Della Rossa resta infatti l’immagine di una moto pronta e aperta al nuovo: il lavoro in armonia fra Andrea e Petrucci lo conferma. Tutto ciò, sommato alla piena maturità del Dovi, 33 anni a marzo, dice che il 2019 per Bologna può essere l’anno buono per riprendersi un titolo che manca dal 2007. Finora è l’unico. È ora che trovi compagnia.