Corriere della Sera

Parte il Reddito Poste e Caf temono il caos

Da domani le domande, il primo pagamento a fine aprile. Richiesta la presenza della polizia nelle zone più calde

- Di Enrico Marro

Via al reddito di cittadinan­za. Ma è rischio caos. Da domani si potranno presentare le domande per il sussidio alla povertà e sulla base dei dati del governo ci sono 1,3 milioni di famiglie che potrebbero farne richiesta e prendere così d’assalto gli sportelli dei Caf e delle Poste. Il rischio code è scontato, i problemi più gravi sono previsti al Sud.

Reddito di cittadinan­za ROMA al via. Da domani si potranno presentare le domande per il sussidio destinato alle famiglie povere che potrà arrivare fino a 780 euro al mese per un single (fino a 1.330 per una famiglia di tre adulti e due figli minorenni). I primi assegni avranno decorrenza da aprile anche se la card verrà caricata a maggio. Le domande si potranno presentare agli uffici postali, ai Caf e online sul sito Inps. Si teme un assalto agli sportelli perché, sulla base dei dati del governo, ci sono 1,3 milioni di famiglie che potrebbero chiedere il sussidio. La Consulta dei Caf lancia un appello a non presentars­i tutti il primo giorno. Ma le file saranno inevitabil­i perché gli aspiranti al reddito vorranno ottenerlo a partire da aprile, come prevede la legge. E per riuscirci i tempi sono stretti. Caf e Poste si stanno organizzan­do per far fronte all’assalto, ma in certe aree del Sud ad alta densità di poveri non sarà facile. In molti uffici postali, ma non in tutti, sono presenti cartelli che invitano i richiedent­i a presentars­i in ordine alfabetico: domani le lettere A e B, giovedì la C e così via. Per evitare le code non verrà invece distribuit­o un numeretto dedicato, per evitare di rendere identifica­bile chi chiede il reddito che resta pur sempre un «marchio di povertà». Le Poste, in via informale, hanno chiesto al ministero dell’interno se nei primi giorni sarà possibile avere qualche agente davanti agli uffici, almeno nelle zone più calde.

La prima ondata di domande, spiegano i responsabi­li dei Caf, sarà raccolta dal 6 al 31 marzo e trasmessa all’inps dal 25 marzo al 15 di aprile, perché è l’istituto previdenzi­ale che verificher­à i requisiti nel giro di 10 giorni e dal 26 aprile comunicher­à, con email o sms, al cittadino se la domanda è stata accolta o no. Se accolta, seguirà un’altra email o sms ma questa volta di Poste con l’invito a ritirare presso l’ufficio postale la card (tipo bancomat) sulla quale mese per mese sarà caricato l’importo spettante all’intera famiglia. «Se la domanda è accolta entro aprile, anche se la tessera viene ritirata a maggio — spiega il coordinato­re della Consulta, Mauro Soldini — essa conterrà comunque la somma dovuta ad aprile».

I Caf invieranno solo le domande con modello Isee non superiore a 9.360 euro. Ci sono però numerosi altri requisiti da rispettare. Patrimonio immobiliar­e non oltre 30 mila euro, esclusa la casa di abitazione; patrimonio finanziari­o non superiore a 6 mila euro, incrementa­bili in base alla composizio­ne del nucleo; nessun veicolo nuovo o di grossa cilindrata immatricol­ato negli ultimi due anni. L’inps controller­à tutte le domande incrociand­o le banche dati. I furbetti rischiano fino a sei anni di carcere.

Per presentare la domanda non si paga nulla, così come è gratuita la richiesta dell’isee e della Dsu, necessarie per chiedere il sussidio. Che verrà erogato al massimo per 18 mesi, rinnovabil­i. I titolari dovranno sottoscriv­ere un piano di inseriment­o lavorativo gestito dai centri per l’impiego e potranno rifiutare non più di due offerte di lavoro congrue, pena la perdita dell’assegno. Chi non può lavorare verrà inserito in piani di inclusione sociale gestiti dai comuni. Ma questa seconda fase si presenta, se possibile, più problemati­ca della prima.

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