Corriere della Sera

La cautela di Di Maio su Bankitalia Si riapre la partita delle nomine

Il vicepremie­r: mi fido assolutame­nte. Il governator­e Visco: una fiducia ben riposta

- Fabrizio Massaro

MILANO Seduti uno a fianco all’altro al tavolo dei relatori al «Board Forum» della società di cacciatori di teste Spencer Stuart a Milano, il ministro dell’economia, Giovanni Tria, e il governator­e di Bankitalia, Ignazio Visco, ostentano concordia. Si danno del tu, il secondo si affida alla memoria del primo circa il numero delle riserve auree di Via Nazionale («80-90 miliardi a seconda delle quotazioni dell’oro»), si appoggiano a vicenda sul tema più delicato, quello dei rapporti governo-banca d’italia.

Il clima è più disteso, dato che poche ore prima a Torino, presentand­o il fondo per l’innovazion­e da 1 miliardo con la Cdp, il vicepremie­r Luigi Di Maio ha detto: «Mi fido assolutame­nte di Bankitalia, non c’è nessun tema di sfiducia». «Credo che sia ben riposta la fiducia», è la stoccata a distanza di Visco. «Non ci deve essere alcun dubbio su cosa fa Bankitalia e per chi lo fa. Si fa il massimo per la comunità e il nostro Paese», continua spiegando i vari compiti, tra i quali la gestione dei sistemi di pagamento creati con la Bundesbank. Un passo indietro, quello del leader M5S, che potrebbe sbloccare la conferma, finora congelata dal Consiglio dei ministri, del vice dg Luigi Federico Signorini nel direttorio di Palazzo Koch.

«Non si fa tutto a Francofort­e come spesso si dice», continua Visco, «Bankitalia si occupa di crisi bancarie con il governo e il ministero dell’economia in un contesto molto difficile». Come, esempio, il quadro normativo sugli aiuti di Stato che sta limitando lo spazio d’azione del governo, che vuole risarcire gli azionisti delle banche saltate. Come ha ricordato ieri al Parlamento Ue la commissari­a alla Concorrenz­a, Margrethe Vestager, «se vuoi rimborsare per misselling (cioè vendere prodotti finanziari a chi non capisce cosa compra, ndr), devi accertare che c’è stato misselling; se sei un investitor­e istruito, sai quale rischio corri ed è una cosa completame­nte diversa».

Proprio sui rapporti con l’europa Visco sottolinea «c’è del vero in quanto ha detto Tria», che giorni fa aveva parlato del «ricatto» subìto dall’italia da parte della Germania quando fu introdotto il «bail Il governator­e di Bankitalia, Ignazio Visco, ieri a Milano al Board Forum di Spencer Stuart in»: «Non è il ministro delle Finanze tedesco Schäuble che ricatta. È che lui dice all’ennesimo ministro dell’economia italiano: Tu quanto duri? Se un governo dura 11 mesi e ci sono 5 ministri in 5 anni c’è un problema». «La Banca d’italia è un ente pubblico», continua Visco. «Non è di proprietà di alcune banche private come qualcuno dice». E l’oro? «Rappresent­a solo una parte delle attività», pari a 900 miliardi. «Chiarament­e, come nessuna attività di Bankitalia, non può essere usato per il finanziame­nto monetario del Tesoro, cose pacifiche che non sono francament­e neanche troppo complesse da comprender­e». Tria ha sottolinea­to invece il tema della riduzione del rapporto debito/pil, la cui «via d’uscita non è fare manovre restrittiv­e, abbassando ancora il tasso di crescita». Meglio fare investimen­ti in Europa, «anche indebitand­osi» grazie ai tassi ai minimi.

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