La cautela di Di Maio su Bankitalia Si riapre la partita delle nomine
Il vicepremier: mi fido assolutamente. Il governatore Visco: una fiducia ben riposta
MILANO Seduti uno a fianco all’altro al tavolo dei relatori al «Board Forum» della società di cacciatori di teste Spencer Stuart a Milano, il ministro dell’economia, Giovanni Tria, e il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ostentano concordia. Si danno del tu, il secondo si affida alla memoria del primo circa il numero delle riserve auree di Via Nazionale («80-90 miliardi a seconda delle quotazioni dell’oro»), si appoggiano a vicenda sul tema più delicato, quello dei rapporti governo-banca d’italia.
Il clima è più disteso, dato che poche ore prima a Torino, presentando il fondo per l’innovazione da 1 miliardo con la Cdp, il vicepremier Luigi Di Maio ha detto: «Mi fido assolutamente di Bankitalia, non c’è nessun tema di sfiducia». «Credo che sia ben riposta la fiducia», è la stoccata a distanza di Visco. «Non ci deve essere alcun dubbio su cosa fa Bankitalia e per chi lo fa. Si fa il massimo per la comunità e il nostro Paese», continua spiegando i vari compiti, tra i quali la gestione dei sistemi di pagamento creati con la Bundesbank. Un passo indietro, quello del leader M5S, che potrebbe sbloccare la conferma, finora congelata dal Consiglio dei ministri, del vice dg Luigi Federico Signorini nel direttorio di Palazzo Koch.
«Non si fa tutto a Francoforte come spesso si dice», continua Visco, «Bankitalia si occupa di crisi bancarie con il governo e il ministero dell’economia in un contesto molto difficile». Come, esempio, il quadro normativo sugli aiuti di Stato che sta limitando lo spazio d’azione del governo, che vuole risarcire gli azionisti delle banche saltate. Come ha ricordato ieri al Parlamento Ue la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, «se vuoi rimborsare per misselling (cioè vendere prodotti finanziari a chi non capisce cosa compra, ndr), devi accertare che c’è stato misselling; se sei un investitore istruito, sai quale rischio corri ed è una cosa completamente diversa».
Proprio sui rapporti con l’europa Visco sottolinea «c’è del vero in quanto ha detto Tria», che giorni fa aveva parlato del «ricatto» subìto dall’italia da parte della Germania quando fu introdotto il «bail Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ieri a Milano al Board Forum di Spencer Stuart in»: «Non è il ministro delle Finanze tedesco Schäuble che ricatta. È che lui dice all’ennesimo ministro dell’economia italiano: Tu quanto duri? Se un governo dura 11 mesi e ci sono 5 ministri in 5 anni c’è un problema». «La Banca d’italia è un ente pubblico», continua Visco. «Non è di proprietà di alcune banche private come qualcuno dice». E l’oro? «Rappresenta solo una parte delle attività», pari a 900 miliardi. «Chiaramente, come nessuna attività di Bankitalia, non può essere usato per il finanziamento monetario del Tesoro, cose pacifiche che non sono francamente neanche troppo complesse da comprendere». Tria ha sottolineato invece il tema della riduzione del rapporto debito/pil, la cui «via d’uscita non è fare manovre restrittive, abbassando ancora il tasso di crescita». Meglio fare investimenti in Europa, «anche indebitandosi» grazie ai tassi ai minimi.