Sul sito dell’inps il link per i moduli Ma serve l’identità digitale «Spid 2»
Chi vuole fare da sé e presentare ROMA la domanda senza passare per gli uffici postali o dei Caf deve andare sul sito dell’inps. Già in home page troverà il link per arrivare ai moduli da compilare online. Che valgono per il «reddito di cittadinanza» e per la «pensione di cittadinanza», quest’ultima nel caso di famiglie composte esclusivamente da una o più persone di almeno 67 anni d’età. Per presentare la domanda in modalità telematica bisogna però essere in possesso dello Spid di livello 2, cioè il Sistema pubblico di identità digitale, che si può ottenere sul sito www.spid.gov.it.
Il modulo per la domanda di reddito o pensione di cittadinanza si compone di dieci pagine. Le prime quattro sono di istruzioni. Ci sono poi sette quadri designati dalle lettere dell’alfabeto (tipo quelli della dichiarazione dei redditi). Nel quadro A vanno messi i dati del richiedente a nome della famiglia. Il sussidio è infatti assegnato al nucleo familiare e non ai singoli componenti. Nel quadro B si devono attestare i requisiti di residenza (in Italia da almeno 10 anni di cui gli ultimi due in forma continuativa) e di cittadinanza (permesso di soggiorno per gli extracomunitari). Nel quadro C si dichiara di aver presentato la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) ai fini dell’isee (indicatore della situazione economica familiare). Nel quadro D si dichiara la sussistenza dei requisiti relativi al possesso di veicoli. Nel quadro E l’eventuale svolgimento di attività lavorative nel nucleo familiare. Nel quadro F ci si impegna a che tutti i maggiorenni della famiglia sottoscrivano entro 30 giorni dal riconoscimento del sussidio la Did, Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro o ai programmi di inserimento sociale. Infine, nel quadro G, ci si dichiara consapevoli che l’inps verificherà i requisiti e delle responsabilità penali (fino a sei anni di carcere in caso di truffa); si accetta che il sussidio venga speso entro il mese successivo a quello di erogazione, pena il taglio «del 20% del beneficio non speso» e che, «in caso di esaurimento delle risorse disponibili», cioè i 6,1 miliardi stanziati per il 2019, ci sarà una «rimodulazione», cioè un taglio, dell’assegno.