Alex, Carnevale nel negozio di giocattoli
Roma, il bimbo (mascherato da leone) fa una pausa nelle cure. La mamma: «È impazzito di gioia»
La scheda
● Il caso di Alex, il bimbo di 22 mesi affetto da linfoistiocitosi emofagocitica, ha spinto molti italiani a mobilitarsi alla ricerca di un donatore compatibile
● In assenza di un donatore disponibile, in dicembre al Bambino Gesù di Roma gli sono state trapiantate cellule del papà Paolo. Il bimbo sta meglio ed è in convalescenza NAPOLI Quando, da grande, Alessandro Maria Montresor guarderà la foto in cui appare mascherato da leone, ricorderà un giorno particolarmente importante per lui: quello in cui, alla vigilia di Carnevale 2019, è stato per la prima volta in un negozio di giocattoli. Il bambino affetto da una grave malattia genetica per il quale si è mobilitata l’italia, che i medici del Bambino Gesù hanno salvato grazie a un trapianto di midollo, domenica scorsa ha fatto uno strappo alla regola.
Complici i suoi genitori, Paolo e Cristiana, si è concesso una passeggiata per le strade di Roma. Volendo essere rigorosi, non avrebbe dovuto: non sono trascorsi i cento decisivi giorni dall’intervento, le difese immunitarie sono ancora basse e dunque il protocollo avrebbe imposto di rimanere a casa. Ma è quasi primavera, il cui arrivo più o meno coinciderà con i cento giorni, e una passeggiata al sole aiuta tanto, a livello psicologico. Così, quando le saracinesche del negozio si erano appena alzate, Alessandro, mascherato da leone, è entrato nel negozio. C’erano solo le commesse e dunque ha potuto sbizzarrirsi senza correre rischi. «È impazzito, non ha capito più nulla, voleva toccare tutto»: così la madre, Cristiana Console, descriveva la scena ieri sera su Whatsapp al termine di un estenuante day hospital.
Sì, perché la sfida è vinta, ma c’è ancora tanto da fare. Alex deve evitare i luoghi chiusi affollati e sottoporsi a terapie e controlli: quando al negozio di giocattoli sono arrivati altri bambini, a malincuore i genitori hanno dovuto portarlo via: per rimanere avrebbe dovuto indossare la mascherina, ma lui, che ha appena due anni, non la sopporta. Nel frattempo, alcune foto ricordo scattate dalla madre e postate su Instagram hanno avuto una diffusione enorme e sono finite sui siti. Inoltre ieri, come da protocollo, il costume da leone l’ha indossato per tornare al Bambino Gesù e trascorrervi la giornata. Ma è fuori pericolo, questo conta, e dopo il trapianto sta recuperando alla grande. Per esempio padroneggia meglio l’italiano: lui, che vive a Londra e ha una passione per gli autoveicoli («taxi, police car, fire truck, ambulance») ora li indica perfettamente anche nella nostra lingua.
Questo bambino tanto forte, figlio di una napoletana e di un veronese che da anni lavorano come bancari in Inghilterra, è diventato famoso lo scorso novembre, quando il papà ha lanciato un appello sui social. Dopo la condivisione da parte del cantante Gigi D’alessio, la sua storia è rimbalzata di profilo in profilo, di sito in sito, e molte migliaia di persone, a Milano, Napoli, Caserta e altre città, si sono messe in fila per donare sangue, nella speranza che il proprio Dna fosse compatibile con quello di Alessandro Maria, ricoverato a Londra.
Non è stato così, ma il lieto fine è arrivato lo stesso: c’è stato il trasferimento al Bambino Gesù di Roma, dove l’équipe del professor Franco Locatelli ha trapiantato cellule prelevate dal papà. E i campioni donati sono ora a disposizione di altri piccoli pazienti.
Le immagini
Le foto postate dai genitori hanno fatto il giro del web
Ieri nuovo day hospital