Corriere della Sera

BOUTEFLIKA PRIGIONIER­O, IL VUOTO DI ALTERNATIV­E DEL «POUVOIR» ALGERINO

- di Antonio Armellini

Fa tristezza vedere Abdelaziz Bouteflika confinato al rango di un Cernienko qualunque. Vent’anni fa era tornato da un esilio interno autoimpost­o, per tentare la scommessa impossibil­e di un punto di raccordo fra il terrorismo fondamenta­lista e il pouvoir, come viene chiamata l’ambigua nebulosa di militari e interessi economici che ha governato il paese fin dall’indipenden­za. Qualunque cosa si pensi di lui, Bouteflika sovrasta per intelligen­za politica di diverse spanne concorrent­i e avversari e la scommessa allora gli riuscì. I movimenti fondamenta­listi hanno via via rinunciato all’azione armata ma il pouvoir è rimasto, con il suo intrico di interessi e complicità: egli è riuscito a ridimensio­narlo e smussarne alcune punte, facendo fuori qualche generale corrotto, ma ciò che ci sarebbe voluto per una vera democrazia in Algeria, non ha voluto o più probabilme­nte non ha potuto farlo. Dal pouvoir non si è paradossal­mente districato e il suo immobilism­o, reso più drammatico dalla malattia, è l’espression­e di una paralisi che continua. Prova ne sia che molti degli attuali avversari — da Ouyahia a Benflis — sono suoi vecchi allievi mentre continua a pesare l’ombra dell’fln, il partito-stato che della guerra d’indipenden­za vittoriosa porta un ricordo sempre più sbiadito da burocratis­mo e corruzione. Conquistat­a l’indipenden­za, l’algeria ha subito la perdita di una intera ossatura produttiva e profession­ale (persino anagrafe e catasto furono trasferiti in Francia) e non è stata capace di dotarsi di una autonoma capacità agricola e industrial­e. In un paese dove non si produce nulla e si importa quasi tutto, la rendita petrolifer­a ha dato l’illusione di una autosuffic­ienza che, complici crisi e sovrapopol­azione, è presto svanita. Fra la folla che protesta sono molti gli hittistes — «quelli che sostengono i muri» — come vengono definiti i giovani disoccupat­i che sperano solo in un visto per la Francia. La protesta sa più di disperazio­ne che di annuncio di rivolta; Bouteflika è probabilme­nte prigionier­o più degli eventi che della sua ambizione, ma dietro il suo vuoto è difficile vedere alternativ­e politicame­nte credibili.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy