Ceme, più crescita e obiettivo Borsa per le valvole del caffè
Serve clienti come Philips, Nestlé, Coca-cola, Lavazza… La storia di Ceme, sede a Trivolzio, in provincia di Pavia — azienda meccatronica leader nel mercato della produzione di pompe ad alta e bassa pressione e valvole in ottone e plastica che permettono il controllo del passaggio di ogni tipo di fluido (acqua, gas, vapore o aria) fondata nel
1974 —, rimanda a quella delle tante aziende manifatturiere hi-tech italiane leader nella propria nicchia. «I nostri prodotti e le nostre valvole sono un componente essenziale nelle macchinette per la produzione del caffè, nella miscelazione corretta all’interno dell’erogatore dello sciroppo di Coca-cola, in certi tipi di apparecchiature bio-medicali», spiega l’ad Roberto Zecchi, dal 2015 alla guida di Ceme.
Uno dei principali mercati di riferimento dell’azienda è stato per anni quello delle macchinette per caffè di uso domestico, passato da tassi di crescita del 15-20% annuo agli attuali livelli di sviluppo del 5-6% annuo. «Questo rallentamento ha determinato una stabilizzazione dell’andamento dei nostri ricavi che nel 2018 si sono peraltro attestati a circa 156 milioni di euro. I nostri dipendenti sono circa mille, di cui metà in Asia, anche se gli impianti in cui realizziamo circa i due terzi della nostra produzione sono quelli altamente automatizzati di Trivolzio», spiega Zecchi. Diversificare, automatizzare, individuare nuovi prodotti e nuovi mercati di sbocco sono passaggi necessari per un’azienda che vuole crescere. «Abbiamo in programma investimenti cospicui, circa 30 milioni di euro per il prossimo triennio», precisa Zecchi. Ma è chiaro che gli obiettivi di questa multinazionale tascabile, rilevata nel 2018 dal fondo Investindustrial di Andrea Bonomi, sono più ambiziosi. «Crescere per linee interne è una delle strade che contiamo di percorrere. Ma se si presenteranno occasioni di acquisto di altre aziende anche lo sviluppo per linee esterne rientra nei nostri progetti», spiega Zecchi. L’obiettivo «è infatti di raggiungere una massa critica di 300-400 milioni di fatturato e poi compiere eventualmente il salto qualitativo e quantitativo della quotazione in Piazza Affari, ma questa è una decisione che spetta all’azionista», conclude.