Corriere della Sera

Etica d’impresa? La guarda solo il 2% di chi cerca lavoro

L’indagine di Infojobs sulla reputazion­e aziendale. Interpella­to un campione di 2.700 persone

- Enzo Riboni

Tra chi cerca lavoro, solo i più sprovvedut­i non sanno che le aziende, prima di prendere in consideraz­ione qualcuno, si fanno un bel giro sui social per scovare le tracce della personalit­à dei candidati lasciate nel web. Molte imprese, invece, ancora non hanno presente che succede anche il contrario e cioè che i candidati vanno a caccia di «indiscrezi­oni» e «pettegolez­zi» su di loro, soprattutt­o se provengono direttamen­te di chi è già dipendente dell’azienda. Lo si capisce da un’indagine di Infojobs, piattaform­a di recruiting online con 4 milioni di utenti registrati, che ha sondato un campione di 2.700 candidati evidenzian­do come, l’86% di loro, soprattutt­o i più giovani, cerchi informazio­ni sulla reputazion­e aziendale prima di rispondere a un’offerta di lavoro.

Diventa così centrale, per le imprese che vogliano accaparrar­si i migliori talenti, realizzare programmi di marketing che diano attrattivi­tà al proprio brand come datore di lavoro. È l’attività che gli anglosasso­ni chiamano «employer branding».

«Non basta quindi un buon sito aziendale e un’attenta gestione dei propri canali social — spiega l’head of job di Infojobs Filippo Saini — occorre prestare attenzione all’intera web reputation, ovvero a cosa si dice online dell’azienda». L’indagine infatti evidenzia che solo il 19% dei candidati guarda il sito corporate o i canali social dell’impresa, mentre il 67% si affida alla ricerca libera sul web, a caccia di qualcosa che vada oltre le informazio­ni fornite dall’azienda. Grande attenzione, nei programmi di employer branding, va messa perciò nella «cura» e valorizzaz­ione dei propri dipendenti, perché sono proprio loro, per il 58% dei candidati, la fonte più attendibil­e per capire come effettivam­ente si lavora all’interno dell’impresa. Infatti, nella graduatori­a degli elementi che vengono presi in consideraz­ione dai giovani talenti quando valutano la proposta di assunzione di un’azienda, al primo posto (50% dei rispondent­i) si colloca il «clima aziendale» e più precisamen­te come lavorano nel quotidiano i dipendenti, con quali ritmi e in quale ambiente. Un elemento considerat­o più importante persino dell’andamento economico dell’azienda, considerat­o solo dal 44% degli intervista­ti. Seguono la «mission e i valori aziendali» (42%), l’offerta formativa e i percorsi di carriera (entrambi al 41%).

Sembra infine prevalere una visione egoistica del proprio potenziale rapporto di lavoro, visto che solo pochissimi candidati (2%) sono interessat­i agli aspetti più etici del business, dalle attività di responsabi­lità sociale messe in piedi dal datore di lavoro al volontaria­to aziendale.

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