VIRTUOSI SULLA CARTA
Lo scenario Marzo è il mese dedicato dal consorzio Comieco per capire, attraverso una serie di iniziative, il valore del recupero e del riciclo di un materiale strategico. L’italia è tra i Paesi europei più attivi dell’economia circolare. Ora anche il Sud
Carlo Montalbetti, dir. generale Comieco
Non è possibile che a Roma l’impurità degli scarti sia ancora al 13%. E a Milano per questo si registrano 60 mila multe
CRESCE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA MA SERVE PUNTARE SULLA QUALITÀ
Adirla tutta, non è cambiato il mondo con l’economia circolare. Siamo noi che abbiamo modificato la percezione nei confronti delle cose che ci circondano. La carta, per esempio. Sono giorni, questi di marzo, dedicati al riciclo, ad una serie di azioni che compiamo, uscendo di casa e avvicinandoci ai cassonetti per la raccolta differenziata. «L’inizio del viaggio animato del buon senso», dice Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco.
È il consorzio che si occupa da più di trent’anni del recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica, e che fotografa gli italiani e il loro rapporto con la seconda vita della carta. A proposito, ognuno di noi dedica in media due minuti della propria giornata alla raccolta differenziata della carta.
E la prima notizia è che il Sud sta trainando il Nord lungo la strada di una rivoluzione culturale. «Se a livello nazionale la raccolta differenziata di carta e cartone è cresciuta dell’1,6 per cento nel 2016/17, nel Sud l’incremento è stato del 6,1 per cento nella raccolta pro capite», ricorda Montalbetti, il cui consorzio in questi ultimi tempi ha messo in atto il suo scopo di sussidiarietà, lavorando in collaborazione con i Comuni, per i quali, fare una buona raccolta differenziata garantisce anche vantaggi economici. «Soltanto nel 2017, Comieco ha erogato 110 milioni di euro (più 8 per cento rispetto al 2016) ai 5.500 Comuni in convenzione, per la gestione di quasi un milione e mezzo di tonnellate di carta e cartone raccolti dai cittadini».
Dal momento che è dai numeri che si legge la crescita di un Paese, ecco quelli belli pieni, in termini di quantità: «Per il 2018, dovremmo essere intorno al +3,4%, raggiungendo così, immaginiamo, quel target prefissato dall’unione europea dei tre milioni e mezzo di tonnellate di carta e cartone raccolti in modo differenziato entro il 2020».
E se l’italia — dove l’industria cartaria ha sempre svolto un ruolo importante («ricila cliamo 10 tonnellate di macero al minuto») —, sta per raggiungere l’obiettivo, gran parte del merito va a quel centinaio di impianti produttivi sparsi su e giù per il Paese. Con gli ultimissimi tre, in Abruzzo, Lombardia e Piemonte, pronti a funzionare a pieno regime entro la fine di quest’anno o l’inizio del 2020: per un riciclo di quasi un milione e mezzo di tonnellate di carta.
«L’impianto di Avezzano ha una capacità di più di duecentomila tonnellate di consumo di carta al macero: potrebbe starci tutta la raccolta differenziata di carta e cartone di Roma», osservano al Comieco, ricordando che gli altri due centri di lavorazione, di Mantova e Verzuolo, garantiscono, ciascuno, 600 mila tonnellate di carta al macero.
Tutti d’accordo, dunque: in Italia siamo virtuosi sulla carta. E in bella compagnia, Con Germania ce la giochiamo alla pari. Allo stesso tempo, però, dal punto di vista della qualità del riciclo della carta, c’è molto da fare. «Non è possibile, per esempio, che in una città come Roma, l’impurità degli scarti della carta sia ancora al 13 per cento». Milano? Fa parte dei paradossi del materiale dalle sette vite. Se è vero che la Lombardia (con Emilia-romagna e Trentino Alto Adige) è ben oltre il principio di sussidiarietà — i milanesi sanno che un’ottima raccolta differenziata produce un ciclo virtuoso tra cittadini, amministratori e industrie — è anche vero che, «nonostante che la locomotiva d’italia spicchi per la qualità della propria raccolta (la percentuale di materiali estranei nella carta è solo del 2,5%), ogni anno fa registrare oltre 60 mila sanzioni contro i condomini», dice il direttore.
Una corretta informazione ai cittadini può migliorare le cose («È sempre meglio ricordare, per esempio, che gli scontrini dei bar — in carta termica, non trattabile — andrebbero gettati nel sacco nero»).
Altre soluzioni? «L’introduzione della cosiddetta tariffa puntuale e le corrette sanzioni migliorerebbero la qualità della raccolta». Dando un valore aggiunto ai 54 chili di raccolta differenziata all’anno realizzata da tutti noi. Sarà pure una media, ma è un ottimo punto di partenza per iniziare a parlare di qualità.