«Il mio albero per ricordare l’importanza della cultura»
«La carta è luogo, forma, mezzo della cultura, anche se questa è l’epoca della percezione della prima sparizione della carta, sostituita dalle tecnologie digitali. È anche una parte di noi che sparisce». Con questa riflessione, Marco Nereo Rotelli introduce la sua prossima installazione, «L’albero delle parole», al centro dell’evento performativo d’arte che chiuderà il mese del riciclo, il 30 marzo al Palazzo Ducale di Genova. «Un albero collettivo» che verrà realizzato con carta di giornali consegnati dai cittadini, nel corso del mese, in appositi punti di raccolta. «La scelta dell’albero, da cui la carta nasce e al quale in qualche modo ritorna grazie al riciclo, vuole ricostruire simbolicamente un’immagine etica della rigenerazione per ricordare che la cultura non va dimenticata. È un invito ad un atto di responsabilità: non buttiamo via tutto, perché tutto può tornare a vivere. La rigenerazione delle cose racconta la storia di tutti noi ed è un valore da trasmettere». Proseguendo sulla ricerca della dimensione poetica che traccia la sua opera, l’artista veneziano si affida anche alla parola. Sarà un verso del poeta siriano Adonis a strutturarsi sulla siluette dell’albero, in legno compattato di recupero, ispirata in Rotelli da un’opera di Bruno Munari. «Una forma non solo estetica, ma anche etica, che verrà rivestita di giornali seguendo un’idea musicale: un collage che crea uno spartito, un riciclo in musica, dato che la musica mi prende tutti i sensi, come diceva Baudelaire». Arte, poesia e note si compongono, dunque, nel segno della rigenerazione. Per dimostrare che «le cose vivono ancora» conclude Rotelli, pensando al dramma di Genova. «Di fronte al disastro che ha subìto è fondamentale fare vivere il concetto di reinvestimento culturale: investire nella rigenerazione per recuperare ciò che è andato perduto».