Corriere della Sera

Triplo assedio all’europa

In un saggio edito da Solferino l’editoriali­sta del «Corriere» analizza i rischi dei nuovi scenari geopolitic­i

- di Franco Venturini

Usa, Cina e Russia taglierann­o fuori l’ue? Danilo Taino lancia l’allarme

Alcune cose le sappiamo: il mondo non è più quello eurocentri­co definitiva­mente cancellato dalla Prima guerra mondiale, non è più nemmeno quello unipolare che all’indomani della caduta del Muro di Berlino celebrava l’unica superpoten­za America, e non è ancora lo specchio di una Cina trionfante sull’onda della sua crescita economica e militare. Ma se tutto questo ci è chiaro, se comprendia­mo di vivere una transizion­e epocale, siamo per caso in grado di prevedere quali conseguenz­e ci prepara il «nuovo ordine» ormai alle porte? Abbiamo la volontà di studiare e di capire, abbiamo la capacità di distaccarc­i dal teatro politico che ci è più vicino e che spesso ci impedisce di guardare lontano?

Sono, questi, interrogat­ivi cruciali del nostro tempo, confini che in un futuro assai prossimo separerann­o, al di là della diversità di opinione, coloro che hanno voluto capire quando erano ancora in tempo e quanti invece ci avranno rinunciato. Chi vuole appartener­e alla prima di queste categorie non deve rinunciare a leggere l’ultimo libro di Danilo Taino, ben noto ai lettori del «Corriere» in qualità di inviato speciale e di commentato­re: Scacco all’europa (Solferino).

Non deve rinunciare perché l’autore pone esattament­e i quesiti che la transizion­e globale in corso suggerisce, e non esita a fornire risposte talvolta opinabili ma sempre ottimament­e documentat­e, verificate nei luoghi determinan­ti, degne di una inchiesta politica e strategica destinata a coinvolger­e il lettore dalla prima all’ultima pagina. Taino si chiede, soprattutt­o, se l’europa sia in grado di interpreta­re le strategie di Pechino, se sia chiaro a Bruxelles e alle capitali nazionali che dietro le ac-

Il grande porto fluviale tedesco di Duisburg, nella Ruhr, è stato scelto da Pechino come terminale strategico

quisizioni di imprese, dietro le pratiche commercial­i sovvenzion­ate, dietro la tanto celebrata «nuova Via della Seta», la Cina di Xi Jinping punti a una massiccia espansione geopolitic­a. Tanto massiccia da trasformar­e un giorno l’europa nella propaggine occidental­e di una Eurasia modellata da Pechino.

Danilo Taino scrive di «guerra fredda tra Cina e Usa per il nuovo ordine mondiale», sottolinea­ndo implicitam­ente non soltanto l’impetuosa espansione dell’ex Impero di Mezzo, ma anche il declino relativo dell’occidente. Il nostro sarà dunque il secolo della Cina, come il Novecento è stato il secolo americano? E l’europa, con le sue crisi e le sue debolezze, sarà in grado di essere protagonis­ta del proprio futuro? Il lavoro di Taino stimola la riflession­e e la ricerca, e i lettori più attenti ritroveran­no nelle sue pagine l’eco di una pubblicist­ica non più rara in Europa, ma rarissima in Italia, che ipotizza un mondo controllat­o dal triangolo Usa-cina-russia. Con alcune peculiarit­à: che la Russia ne farà parte soltanto per la sua potenza nucleare e perché le sanzioni occidental­i l’hanno spinta nelle braccia della Cina, e che all’interno del cosiddetto G3 la competizio­ne tra i soci non avrà e non potrà avere tregua. Sulla Cina in particolar­e, l’autore non ha dubbi: con le strade, le ferrovie, i porti, gli aeroporti, le centrali elettriche, i gasdotti e gli oleodotti, Pechino sta costruendo la base logistica del «suo» nuovo ordine in Asia, in Africa e in Europa. E per raccontare come si muove questo enorme ragno geopolitic­o Taino ci porta da Singapore a Hong Kong, da Kuala Lumpur a Nuova Delhi, dall’egitto a Duisburg.

Sì, Duisburg. Il grande porto fluviale della Ruhr, in Germania, nel cuore geografico e industrial­e dell’europa. Perché proprio lì, e non per esempio a Berlino? Perché i cinesi hanno deciso (come ora tentano di fare in Italia con Trieste) che quello era il loro centro logistico ideale, con il porto, con la ferrovia, con i capannoni, insomma un trampolino di penetrazio­ne perfetto per raggiunger­e il resto del continente. E i tedeschi hanno impiegato un po’ di tempo prima di capire, dietro valanghe di sorrisi, il pensiero strategico che avevano in testa gli uomini di Xi Jinping.

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Illustrazi­one di Doriano Solinas

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