Donne e «data science», l’evento Wids fa tappa a Torino
Oggi l’edizione italiana promossa dalle Fondazioni Isi e Crt della conferenza di Stanford dedicata alle ricercatrici. Domani appuntamento a Milano
Donne, scienza, dati. Una sfida che punta su tre fronti quella di Women in Data Science (Wids) conference, l’appuntamento annuale ideato dall’università californiana di Stanford e dedicato alle donne che operano in uno dei settori chiave della ricerca contemporanea: la scienza dei dati. Una sfida a cui anche l’italia risponde: da Torino — dove oggi si tiene la seconda edizione di Wids-turin — e da Milano, che invece debutta domani con Wids-milan.
L’italia è uno degli oltre cinquanta Paesi che ospitano edizioni locali di Wids: una conferenza globale che quest’anno coinvolge circa 100 mila partecipanti per oltre 150 eventi satellite dedicati a temi che vanno dall’etica dei dati alla privacy, dalla cybersicurezza alla visualizzazione dati. A Torino l’evento è organizzato in collaborazione dal laboratorio Data Science for Social Impact della torinese Fondazione Isi e dalla Fondazione Crt-cassa di Risparmio di Torino. Dopo l’esordio nel 2018 nella sede della Fondazione Isi, la conferenza si trasferisce alle Ogr (Officine Grandi Riparazioni), riqualificate dalla Fondazione Crt come nuovo hub per la ricerca scientifica.
L’appuntamento di oggi è alle 9.30: nel corso della mattinata sono in programma talk, approfondimenti e tavole rotonde. Tre le «invited speaker» della conferenza: Maddalena Amoruso, responsabile Data science presso Prometeia, Viviana Patti, professore associato di Computer science all’università di Torino e fondatrice del Center for Logic, Language and Cognition dell’ateneo torinese, e Sofia Kyriazi, ingegnere specializzata in Intelligenza artificiale presso l’innovation service dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.
«Le relatrici sono tutte donne, come vuole la regola di Wids — spiega Daniela Paolotti, leader di ricerca della Fondazione Isi e curatrice dell’evento torinese —, il pubblico invece speriamo che sia il più eterogeneo possibile. L’idea è raggiungere studenti, ricercatori ma anche rappresentanti delle industrie». Lo scopo è esplorare l’importanza della Data science, la scienza dei dati: «Un’etichetta nuova — continua Paolotti — che tiene sotto di sé tante discipline: computer science, statistica, biologia, epidemiologia, sociologia». Da tutte si estraggono dati, si analizzano e si utilizzano per le applicazioni pratiche più diverse. Una multidisciplinarietà che, spiega Paolotti, si rispecchia anche nella diversa predominanza maschile o femminile di alcune discipline: «L’obiettivo è raggiungere un equilibrio di genere in cui donne e uomini diano il loro apporto per far crescere la Data science e far sì che risponda sempre meglio a problemi complessi». Paolotti ha partecipato nel 2015 come relatrice alla prima edizione di Wids a Stanford: da lì l’idea di portare in Italia l’evento, che ha trovato «casa» alla Fondazione Isi, tra i primi istituti di ricerca in Italia e in Europa a studiare le potenzialità della Data science.