Corriere della Sera

L’ammucchiat­a

La frenata dell’inter, la crescita di Milan, Torino e Atalanta Sei squadre per 2 posti in Champions e 3 in Europa League

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Il Milan è la più in forma, l’inter la più sconclusio­nata, la Roma la più discontinu­a, la Lazio la più entusiasta (dopo il derby), il Torino la più solida e l’atalanta la più energica e anche la più bella. Sei squadre in cerca d’europa, divise da 7 punti quando a disposizio­ne ce ne sono appena 36. In palio due posti in Champions League da quasi 40 milioni l’uno e tre in Europa League (l’ultimo attraverso la caienna di tre preliminar­i e sei partite) che potrebbero diventare due se la Fiorentina vincesse la Coppa Italia.

Finale rovente. E palpitante. La corsa all’europa è il meglio della nostra serie A che ha già assegnato, con largo anticipo, lo scudetto alla Juventus per l’ottavo anno di fila. Il secondo posto è del Napoli. Dietro si sgomita. Senza certezze. La classifica di oggi potrebbe essere ribaltata il 26 maggio. Gattuso, senza troppa fantasia ma con sano pragmatism­o, ha annunciato che da qui alla fine il Milan dovrà affrontare dodici finali. I suoi giocatori, sino adesso, lo hanno preso in parola. Nelle ultime cinque giornate il Diavolo ha messo insieme 13 punti, come nessuna delle rivali dirette. E piano piano è arrivato sino al terzo posto. Merito del lavoro di Rino, ma anche del mercato di gennaio: Paquetà ha impreziosi­to il centrocamp­o e Piatek ha cancellato il fantasma di Higuain. L’infortunio di Biglia, ora risolto, ha permesso a Gennarino di scoprire le qualità di Bakayoko davanti alla difesa. Il Milan nell’ultimo mese ha bruciato 6 punti all’inter.

Così se Gattuso ride, Spalletti piange. I nerazzurri, devastati dal caso Icardi, si sono fatti risucchiar­e, precipitan­do in un buco nero in cui è difficile scorgere il fondo. Alla fine del girone di andata il terzo posto era blindato, adesso neppure il quarto è al sicuro. La squadra sembrava essersi compattata senza il capitano degradato, ritrovando il miglior Perisic e Nainggolan. Ma era un’illusione. Tra Firenze e Cagliari ha messo insieme un solo punto e se contro i viola è stata penalizzat­a dall’arbitro Abisso, in Sardegna è sprofondat­a. I limiti sono evidenti sul piano del gioco, dell’intensità, dell’attenzione, della qualità in mezzo al campo. Il derby tra due settimane sarà cruciale: può affossare o rilanciare gli spallettia­ni. Prima però bisogna battere la Spal.

Le romane sono ondivaghe. La Lazio, dietro 3 punti rispetto ai gialloross­i, ha una partita da recuperare contro l’udinese ed è logico considerar­la sulla stessa linea dei cugini. Di Francesco rischia la panchina

già domani sera a Porto, negli ottavi di ritorno della Champions. Simone Inzaghi confida che il 3-0 nella stracittad­ina sia il trampolino di lancio verso un finale di stagione senza limiti e si attende una conferma della rinascita già domenica sera a Firenze: Milinkovic­savic, in ripresa, può essere l’uomo chiave.

Il Toro è la sorpresa: mai nell’era dei 3 punti ne aveva raccolti 41 alla 26ª giornata, mai la difesa era rimasta blindata per 6 partite consecutiv­e nello stesso campionato e da 35 anni non vinceva 5 volte di fila in casa. Numeri che fanno sognare l’europa, magari persino la Champions, consideran­do che i granata nelle ultime 5 giornate sono secondi solo al Milan e hanno bruciato 4 punti alla zoppicante Inter. Mazzarri a primavera vola. La squadra è motivata e convinta. Belotti si è sbloccato. Il calendario, con Frosinone e Bologna, è favorevole. L’atalanta è una certezza: una squadra d’acciaio nel segno di Gasperini, eroe di provincia in cerca di riscatto. La sua banda gioca un calcio fisico e ad alta intensità, corroborat­o dai lampi di Ilicic e Gomez e dalla forza di Zapata. Sampdoria e Fiorentina per rientrare in gioco devono vincere gli scontri diretti, i doriani ne hanno 4 nelle prossime 5 gare. Pioli deve anche chiudere la porta: i viola hanno subito almeno 3 gol in 5 delle 10 partite del 2019.

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