Corriere della Sera

Il malessere delle imprese

I Sì Tav di Torino e Confindust­ria in prima fila, c’è anche il sindacato Arrivano i primi fischi del Nord Le mosse del Pd per rilanciars­i e lo stallo aiuta Chiamparin­o

- Di Dario Di Vico

I l fronte pro opere che preoccupa la Lega. Dai Sì Tav di Torino a Confindust­ria e ai governator­i del Nord, fino al ruolo del sindacato. Un’insidia.

Marzia Casolati è una senatrice leghista eletta a Moncalieri. Ha un negozio di oreficeria e potrebbe passare alla storia come la prima esponente del partito di Matteo Salvini contestata dai suoi colleghi imprendito­ri. È successo ieri a Torino: Casolati ha promesso a una delegazion­e di rappresent­anti delle categorie produttive che «la Lega vi porterà la Tav» e non solo non è stata creduta ma ha incassato i suoi primi fischi. L’episodio vale come segnale di un ampio malessere e per ora nulla di più ma è chiaro che il rapporto tra la Lega e «il partito del Pil» è sottoposto a continui stress. Tanto che un politico navigato come il forzista Osvaldo Napoli ieri prima ha dichiarato di «essere d’accordo con quegli imprendito­ri che si dicono pronti a intraprend­ere un’azione legale contro un esecutivo che compie quotidiana­mente attentati contro gli interessi nazionali» e poi ha aggiunto maliziosam­ente che «il presidente Sergio Chiamparin­o è un uomo nato con la camicia, un governo di facinorosi inconclude­nti si sta infatti rivelando il migliore sponsor per la sua rielezione come presidente della Regione».

Mentre a Roma si cercava affannosam­ente una soluzione al rebus Tav, a Torino andava in onda un flash mob di un migliaio di persone organizzat­o dal comitato delle madamin e da Mino Giachino per tenere alta la temperatur­a della piazza e preparare una nuova grande manifestaz­ione convocata per domenica 17 marzo. Sarà interessan­te vedere se in quell’occasione convergera­nno sulla città della Mole anche gli altri comitati Sìtav che stanno sorgendo in diverse zone del Nord, nel Veneto come a Milano. E sarà altrettant­o interessan­te vedere il grado di coinvolgim­ento della Confindust­ria, che nei mesi scorsi era il più convinto alleato delle madamin e del movimento Sìtav. Del resto in una fase in cui l’incubo della recessione grava sulle imprese e sui territori, la parola d’ordine delle sblocco delle opere pubbliche grandi e piccole non può che godere di grande popolarità. Anzi, a livello locale lo sforzo è quello di allargare il contenzios­o con il governo come hanno fatto ieri il Comune di Bologna e la Regione Emilia-romagna convocando un’assemblea per chiedere lo sblocco di 2,5 miliardi di in- legati al Passante autostrada­le di Bologna, all’ormai mitica bretella Campogalli­ano-sassuolo e all’autostrada regionale Cispadana. Il sindaco Virginio Merola e il governator­e Stefano Bonaccini si sono messi alla testa delle rivendicaz­ione di costruttor­i e sindacati edili in perfetto asse con il piemontese Chiamparin­o.

È singolare infatti come l’indignazio­ne degli imprendito­ri per i continui rinvii del governo stia incrociand­o in questa fase il ritorno in partita del Partito democratic­o. Il segretario Nicola Zingaretti come prima uscita pubblica post-primarie ha scelto proprio Torino e la Tav ed è bizvestime­nti zarro che un Partito democratic­o, che in teoria dovrebbe spostarsi a sinistra sia per effetto del voto delle primarie sia per attrarre i delusi dei Cinque Stelle, nella realtà trovi ampi spazi di dialogo con il partito del Pil. Non c’è alcuna speranza immediata che Zingaretti possa attrarre gli imprendito­ri delusi della Lega ma l’attivismo dei Chiamparin­o, dei Merola e dei Bonaccini e a Milano dell’assessore Pierfrance­sco Maran (che ha creato un comitato Sìtav) in qualche maniera viaggia in parallelo con i mal di pancia dei governator­i leghisti Attilio Fontana e Luca Zaia, con le drastiche prese di posizione di presidenti delle associazio­ni industrial­i come il vicentino Luciano Vescovi e con le frequenti punzecchia­ture che Roberto Maroni riserva a Salvini.

Nell’incrocio tra economia e politica il fronte favorevole alla Tav e più in generale al rilancio delle infrastrut­ture è molto ampio e potrebbe spaventare persino il Capitano Salvini che danza sui sondaggi. A dare ancora più profondità sociale a questi slittament­i della società concorre anche l’azione dei sindacati. Due giorni prima delle manifestaz­ione pro-tav di Torino, venerdì 15, gli edili di Cgil-cisl-uil manifester­anno a Roma e nelle altre maggiori città contro una crisi del settore che certo viene da lontano ma che produce le stesse parole d’ordine delle madamin e del Pd emiliano: sbloccare le opere pubbliche.

In Emilia-romagna

A Bologna costruttor­i riuniti con il dem Bonaccini per chiedere lo sblocco dei fondi

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In piazza Torinesi ieri al flash mob organizzat­o dalle «Madamin» a favore della Torino-lione davanti a Palazzo Carignano, la storica sede del primo Parlamento del Regno d’italia (1861-1864) da cui Cavour fece partire i lavori per il tunnel ferroviari­o del Frejus, inaugurato nel 1871

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