Museo del Design: «Sarà una saga alla Guerre stellari»
«Parte prima». Il titolo è già una dichiarazione di intenti: il nuovo Museo del Design Italiano della Triennale di Milano, che da martedì sarà aperto al pubblico nella curva al piano terra del Palazzo dell’arte — 1.300 metri quadrati in cui sono esposti i duecento oggetti più rappresentativi della progettazione industriale dal 1946 al 1981 — è solo la puntata inaugurale di un piano più ampio. Quel progetto, e cioè estendere l’esposizione oltre alla fatidica data del 1981, anno di nascita del gruppo Memphis, è stato raccontato ieri dal presidente della Triennale, Stefano Boeri, e dal direttore artistico Joseph Grima. Con tempi e modi: per raddoppiare la superficie museale (finora costata 500 mila euro) e aumentare la collezione il ritmo sarà serrato. Entro maggio verrà lanciata una gara internazionale di architettura: il vincitore dovrà realizzare uno spazio ipogeo di seimila metri Stefano Boeri quadrati nel giardino. Ecco
dove sarà ricavato il «prolungamento» del museo. Contemporaneamente, via alle acquisizioni. Ipotesi di spesa: dieci milioni di euro «coperti quasi interamente dal ministero dei Beni culturali».
Una saga «come quella di Guerre stellari», ha annunciato Boeri. Nel frattempo, sarà possibile godersi il nuovo Museo (inaugurazione lunedì con il premier Giuseppe Conte e il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli) con il suo allestimento semplice, ideato per «far parlare gli oggetti». Calcolatrici, macchine per scrivere, divani dalle forme riconoscibili e mai datate, tavoli. Pezzi storici come la lampada Arco dei fratelli Castiglioni, i piatti di Piero Fornasetti, la macchina per cucire Visetta di Gio Ponti. Le storie del design, la storia di una disciplina negli anni della sua nascita. Il museo si chiude con un’immagine dell’inaugurazione della mostra Memphis, del 19 settembre 1981. Da qui partirà la «Parte seconda».