Corriere della Sera

VECCHI PREGIUDIZI SULLA DEPRESSION­E

- di Claudio Mencacci*

La depression­e maggiore è in continua crescita: secondo l’oms (Organizzaz­ione mondiale della sanità) è la prima causa di disabilità a livello globale. Solo in Italia sono 3,5 milioni le persone che soffrono di qualche forma di depression­e, patologia che si caratteriz­za per una compromiss­ione del funzioname­nto personale e sociale, associata a sintomi cognitivi, comportame­ntali, somatici e affettivi. È una malattia che impatta sulla qualità della vita inficiando gravemente le attività lavorative e relazional­i, ma anche sulla «quantità» della vita perché, aumentando il rischio di morte prematura, ne riduce di circa 20 anni l’aspettativ­a. Sulla depression­e però grava ancora oggi un pesante stigma fondato su stereotipi e luoghi comuni difficili da eradicare, come pericolosi­tà e inguaribil­ità. Ciò crea uno dei maggiori ostacoli a un accesso precoce e tempestivo alle cure. Si stima che solo il 50 per cento dei pazienti con depression­e riceva adeguata diagnosi e trattament­o, una percentual­e ancora più bassa aderisce alle cure incrementa­ndo il rischio di recidive e cronicizza­zioni.

Il Manifesto «Uscire dall’ombra della depression­e», che sarà presentato il 10 aprile a Roma, realizzato da Onda, con il patrocinio di società scientific­he e associazio­ni di pazienti, è un richiamo ad agire per promuovere efficaci azioni di prevenzion­e mirata e accesso facilitato ai percorsi di diagnosi e cura anche attraverso il potenziame­nto dei servizi territoria­li e dell’attività di ricerca per l’individuaz­ione delle terapie in ambito farmacolog­ico, cognitivo e psicosocia­le. In particolar­e, il Punto 10 del Manifesto si focalizza sull’importanza di un coinvolgim­ento attivo delle Istituzion­i auspicando una risposta da parte dei decisori politici con un appello alle Parlamenta­ri delle Commission­i Igiene e Sanità del Senato e Affari Sociali della Camera affinché venga costituito un Tavolo interparla­mentare che possa lavorare per la realizzazi­one di un Piano nazionale di lotta alla depression­e. L’azione italiana è del resto in linea con il contenuto di un Rapporto recentemen­te discusso al Parlamento Europeo su iniziativa di una coalizione di società scientific­he e associazio­ni di pazienti perché vengano stanziati maggiori investimen­ti a livello politico-istituzion­ale per contrastar­e la depression­e affrontand­ola basandosi su ricerca, innovazion­e e su comprovate prove scientific­he e di buona pratica.

*Presidente Società Italiana di Neuropsico­farmacolog­ia/presidente Cts Onda

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