VECCHI PREGIUDIZI SULLA DEPRESSIONE
La depressione maggiore è in continua crescita: secondo l’oms (Organizzazione mondiale della sanità) è la prima causa di disabilità a livello globale. Solo in Italia sono 3,5 milioni le persone che soffrono di qualche forma di depressione, patologia che si caratterizza per una compromissione del funzionamento personale e sociale, associata a sintomi cognitivi, comportamentali, somatici e affettivi. È una malattia che impatta sulla qualità della vita inficiando gravemente le attività lavorative e relazionali, ma anche sulla «quantità» della vita perché, aumentando il rischio di morte prematura, ne riduce di circa 20 anni l’aspettativa. Sulla depressione però grava ancora oggi un pesante stigma fondato su stereotipi e luoghi comuni difficili da eradicare, come pericolosità e inguaribilità. Ciò crea uno dei maggiori ostacoli a un accesso precoce e tempestivo alle cure. Si stima che solo il 50 per cento dei pazienti con depressione riceva adeguata diagnosi e trattamento, una percentuale ancora più bassa aderisce alle cure incrementando il rischio di recidive e cronicizzazioni.
Il Manifesto «Uscire dall’ombra della depressione», che sarà presentato il 10 aprile a Roma, realizzato da Onda, con il patrocinio di società scientifiche e associazioni di pazienti, è un richiamo ad agire per promuovere efficaci azioni di prevenzione mirata e accesso facilitato ai percorsi di diagnosi e cura anche attraverso il potenziamento dei servizi territoriali e dell’attività di ricerca per l’individuazione delle terapie in ambito farmacologico, cognitivo e psicosociale. In particolare, il Punto 10 del Manifesto si focalizza sull’importanza di un coinvolgimento attivo delle Istituzioni auspicando una risposta da parte dei decisori politici con un appello alle Parlamentari delle Commissioni Igiene e Sanità del Senato e Affari Sociali della Camera affinché venga costituito un Tavolo interparlamentare che possa lavorare per la realizzazione di un Piano nazionale di lotta alla depressione. L’azione italiana è del resto in linea con il contenuto di un Rapporto recentemente discusso al Parlamento Europeo su iniziativa di una coalizione di società scientifiche e associazioni di pazienti perché vengano stanziati maggiori investimenti a livello politico-istituzionale per contrastare la depressione affrontandola basandosi su ricerca, innovazione e su comprovate prove scientifiche e di buona pratica.
*Presidente Società Italiana di Neuropsicofarmacologia/presidente Cts Onda