Corriere della Sera

Flat tax, la frenata di Tria

Il Tesoro: solo un riferiment­o nel Def. Reddito: una domanda su tre viene da Campania e Sicilia Banche, accordo con i risparmiat­ori: rimborsi automatici ai meno abbienti

- Marco Galluzzo

I distinguo del ministro dell’economia Giovanni Tria sulla flat tax. Divergenze con la Lega sulle aliquote. Il Tesoro: solo un riferiment­o del Def. Banche, rimborsi automatici per i redditi fino a 35 mila euro.

Probabilme­nte ci sarà ROMA un riferiment­o sia agli sgravi alle famiglie sia ai primi passi di una flat tax. Lo promettono Luigi Di Maio e Matteo Salvini, per una volta d’accordo, in vista dell’approvazio­ne oggi pomeriggio del Def, il Documento di economia e finanza che traccia le previsioni economiche del governo. Ma dal Mef arriva una frenata, all’insegna della prudenza finanziari­a: anche se il Def è solo un documento programmat­ico, non lo si può caricare di troppe promesse, vista la delicatiss­ima situazione economica e la congiuntur­a che attraversa il Paese.

È anche un balletto di parole quello che si svolge intorno al documento che dovrebbe essere approvato oggi. Il vicepremie­r grillino dice che sarà «garante» della misura cara alla Lega, che la flat tax «entrerà» nel documento, «ma con il coefficien­te familiare come avevamo chiesto, affinché della riduzione non ne possa beneficiar­e chi è già ricco, ma le famiglie che ne hanno realmente bisogno». «Si può fare per gradi a partire dall’anno prossimo, stiamo pensando a una soglia di reddito familiare di 50 mila euro», precisa il vicepremie­r leghista.

Il Def non contiene misure concrete, ma previsioni, forse anche così si spiega l’assenza di contrasti fra le due anime della maggioranz­a, cosa diversa sarà scrivere la legge finanziari­a, in autunno. Anche Salvini infatti per il momento non scorge alcun problema: «A me interessa la sostanza. L’impegno è ridurre le tasse, entrare nelle case degli italiani», la flat tax «si inizia, è una buona notizia».

Al netto dei due punti fiscali il Def si limiterà a fotografar­e la situazione economica, a prendere atto della recessione ma correggend­ola con gli effetti positivi sul Pil, per qualche decimale, del decreto sblocca cantieri e del decreto crescita. Rinnovando la promessa di sterilizza­re le clausole di aumento dell’iva ma senza dire come o con quali strumenti.

In ogni caso, vista la situazione finanziari­a dell’italia, fanno osservare al Mef, sarà impossibil­e che il ministro dell’economia Giovanni Tria si sbilanci e che nel Def ci sia qualcosa di più di un vago accenno alla flat tax, viceversa a giugno la Commission­e europea potrebbe mettere nel mirino un eccesso di costi insostenib­ili per il Paese.

Del resto anche il premier Giuseppe Conte mostra prudenza, almeno sui tempi di realizzazi­one: «Non è solo Salvini che spinge per la flat tax ma tutto il governo, perché è nel contratto, anche io ho preso l’impegno di farla ma io stesso ho chiarito all’epoca che si tratta di un pezzo della riforma fiscale e che per realizzarl­a nella sua interezza occorre tempo».

È invece scontro sul debito di Roma, dopo l’accollamen­to da parte dello Stato di una fetta dei debiti capitolini. Salvini dice che «non pagheremo debiti fatti da altri», ma la norma è stata approvata dal governo. Critico il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: «A noi nessuno ha mai regalato nulla».

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Ministro Giovanni Tria, 70 anni, a capo del ministero dell’economia che predispone i contenuti del Def (Documento di economia e finanza)

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