Cucchi, l’imputato ammette il pestaggio Conte annuncia: la Difesa sarà parte civile
L’udienza dopo la lettera del comandante Nistri alla famiglia. La solidarietà di Fico e Di Maio
«Tu devi dire che non è successo niente, che Cucchi stava bene. Se vuoi continuare a fare il carabiniere devi seguire la linea dell’arma». Il vice brigadiere Francesco Tedesco, 37 anni, squarcia in tribunale anni di silenzi e omertà. Racconta degli schiaffi e dei calci in faccia a Stefano Cucchi «Scrissi un’annotazione di servizio in cui ricostruii ciò che avevo visto. Ma dopo qualche giorno mi accorsi che non c’era più». Il ministero della Difesa ha annunciato che si costituirà parte civile.
ROMA Nel giorno della deposizione dell’imputato Francesco Tedesco al processo Cucchi bis, il premier Giuseppe Conte prende posizione e annuncia di volersi costituire parte civile al processo per depistaggio.
A nove anni dall’arresto di Stefano Cucchi, il vice brigadiere Tedesco testimonia contro i suoi colleghi, e in quattro ore di drammatico racconto, dice: «Mentre uscivano dalla sala del fotosegnalamento, che Cucchi si rifiutò di fare, Di Bernardo si voltò e lo colpì con uno schiaffo violento in pieno volto. Poi lo spinse e D’alessandro diede a Cucchi un forte calcio con la punta del piede all’altezza dell’ano». Giura di aver cercato di fermarli «ma poi sentii un rumore della testa che batteva. D’alessandro gli diede un violento calcio forse all’altezza del volto. Ebbi la sensazione che se non fossi intervenuto avrebbero proseguito a pestarlo».
Tedesco ha parlato per la prima volta in aula, ma la sua confessione al pubblico ministero Giovanni Musarò, l’aveva consegnata tra il luglio e l’ottobre dello scorso anno, nell’ambito della nuova inchiesta sui depistaggi che hanno ostacolato gli accertamenti sulla morte del giovane. Proprio di questo ha parlato l’11 marzo scorso il comandante dei carabinieri, generale Giovanni Nistri, in una lettera inviata alla famiglia Cucchi e pubblicata ieri dal quotidiano La Repubblica.
Nistri spiega che — al termine dei processi contro i carabinieri — verranno presi «i conseguenti provvedimenti verso chi ha mancato ai propri doveri e al giuramento di fedeltà». E lascia intendere che l’arma si potrebbe costituire parte civile nei confronti di quegli ufficiali accusati di aver inquinato le indagini.
Esattamente quello che il presidente del Consiglio ha annunciato ieri sera di voler fare, a nome dell’intero governo. «Sarà il ministero della Difesa a prendere l’iniziativa», ha spiegato.
Parole che per il vicepremier Luigi Di Maio sono il segno «dell’autorevolezza e dell’umanità» del comandante: «La deposizione davanti alla Corte d’assise del carabiniere Francesco Tedesco sulla morte di Stefano Cucchi — dice Di Maio — è sconvolgente e restituisce dignità a una famiglia che chiede giustizia da anni». Positiva anche la reazione del presidente della Camera Roberto Fico: «Questa lettera rafforza le istituzioni, sono fiducioso che si arrivi finalmente alla verità». Mentre il ministro dell’interno Matteo Salvini dice: «Chi sbaglia paga, anche se indossa una divisa, ma non accetto che l’errore di pochi comporti accuse o sospetti su tutti coloro che ci difendono: sempre dalla parte delle Forze dell’ordine».
Interviene anche il sindacato della polizia penitenziaria coinvolta con tre agenti nel primo processo Cucchi: «Lo avevamo già detto e ribadito che ci sembrava del tutto evidente che in molti avevano tratto giudizi affrettati, senza validi elementi. Importanti le parole dette oggi dal carabiniere Francesco Tedesco» dichiara Donato Capece, segretario generale del Sappe.