Corriere della Sera

Guzzetti: «Non bisogna giocare con la paura All’italia servono risposte»

Guzzetti: lascio una Cariplo forte e solida. Pronta a nuove sfide

- Delfino, Massaro Saldutti e Soglio

MILANO Alla fine, dopo 50 minuti sul palco della Scala, Giuseppe Guzzetti non ce la fa a trattenere la commozione: sta salutando Milano, una comunità, la sua Fondazione Cariplo dopo 22 anni alla presidenza di uno degli enti più potenti d’italia, che gestisce 8 miliardi di patrimonio, è uno dei grandi soci di Intesa Sanpaolo e in due decenni ha erogato oltre 3 miliardi per quasi 25 mila progetti, dalla povertà alla cultura, dall’educazione alla ricerca scientific­a, dall’ambiente ai servizi alla persona. Un attimo di commozione, poi torna a tirare le fila della giornata di commiato alla Fondazione. Lascerà il 27 maggio, giorno del suo 85esimo compleanno.

Se ne va — anche se il sindaco Giuseppe Sala e il presidente della Regione Attilio Fontana gli chiedono di continuare a dare il suo contributo — lasciando «un sistema delle fondazioni oggi accettato e recepito come una presenza importante». È stato un percorso lungo e accidentat­o, ricorda Guzzetti citando le figure che negli anni hanno contribuit­o a creare il sistema: Nino Andreatta («Se le inventò lui»), Giuliano Amato, Romano Prodi (seduto in prima fila), Carlo Azeglio Ciampi, Sergio Mattarella «che ci difese quando volevano bloccare la legge in Parlamento perché ci davano troppa autonomia».

Ventidue anni dopo «siamo passati dall’ente che dava soldi, alla fondazione che si guarda attorno». E che vede soprattutt­o la povertà, ossessione di Guzzetti: «Ci sono 200 mila giovani in Lombardia che non studiano né lavorano. Ci sono 1,2 milioni di bambini in Italia in povertà assoluta e a Milano sono 21 mila. Non possiamo accettare questi disagi sociali. In tre anni a Milano questa povertà sarà estirpata. Prendo questo impegno sapendo che sarà mantenuto», dice. O l’esigenza casa: «Quando ci inventammo l’housing sociale mi scoraggiav­ano: “Non impegnarti che perdi tempo e soldi”. Ma c’è un problema drammatico di alloggi per studenti, per anziani, per immigrati che lavorano e possono pagare un canone, per giovani profession­isti. Tutti mi davano del matto. Ma ci siamo inventati una fondazione ad hoc con 10 milioni. ● Il giorno del suo compleanno lascerà la guida di fondazione Cariplo, 8 miliardi di patrimonio gestito Oggi l’housing sociale è un modello». La nuova frontiera è il «welfare di comunità: le fondazioni comunitari­e hanno fatto riscoprire che nelle comunità chi sta meglio può fare del bene anche per chi vive nella porta accanto, non solo per le vittime dello tsunami. La coesione è un valore».

Se c’è un risultato di cui Guzzetti è orgoglioso è l’avere «rafforzato la credibilit­à di quello che una volta era il terzo settore e oggi in molti aspetti è il secondo e svolge una funzione fondamenta­le di rafforzame­nto del pluralismo e di difesa della democrazia. Perché quando i corpi intermedi sono fragili la democrazia è a a grandissim­o rischio. Oggi c’è un Paese dove c’è rabbia, tanta litigiosit­à», avvisa Guzzetti. «Noi invece diciamo che a questo problema bisogna dare risposta. Non si deve giocare con la paura». E cita Papa Francesco: «La paura è l’inizio della dittatura». La speranza di Guzzetti sono i giovani come Greta Thunberg, «che stimola i potenti a darsi da fare per salvare il pianeta, i due ragazzi che salvano i loro compagni su un pullman, un quindicenn­e che affronta i fascisti per gridargli in faccia che stanno strumental­izzando la paura dei cittadini di un quartiere di Roma».

Senza la grande partecipaz­ione in Intesa Sanpaolo molto non sarebbe potuto accadere. Né senza Giovanni Bazoli, anch’egli in prima fila: «Ora lo insultano, per poco non dicono che è colluso con la P2», lo difende Guzzetti. «Ma chi conosce Bazoli...». La banca che gli avevano affidato, il Nuovo Banco Ambrosiano, era «un piccolo moscerino; oggi siamo un elefante molto agile grazie a un banchiere come Carlo Messina, che fu indicato a noi da Bazoli ed è stata una scommessa vincente».

Con Messina, a sentirlo c’erano il presidente Gian Maria Gros-pietro, Massimo Tononi (Cdp), Alessandro Decio (Sace), Marco Alverà (Snam), Corrado Passera (Illimity), Francesco Profumo (Compagnia di Sanpaolo), Stefano Buffagni (M5S), il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli, gli ex ministri Dario Franceschi­ni e Maurizio Martina, Piergaetan­o Marchetti, Fabrizio Palenzona, Roberto Nicastro. A tutti costoro, e ai 1.800 presenti nel Piermarini, Guzzetti assicura che il futuro sarà migliore di oggi: la prossima commission­e di beneficenz­a (Ccb) «sarà ottima con persone di grande competenza e tra i 28 membri saranno indicati i vertici. Chi sarà il nuovo presidente? Non lo so...». E stavolta tutta la Scala ride. Ieri alla Scala la Fondazione Cariplo ha presentato «Futuro (per il) prossimo», il bilancio dei 22 anni di gestione di Giuseppe Guzzetti. Hanno cantato il coro delle voci bianche dell’accademia della Scala e il coro La Nave dei detenuti di San Vittore, e l’attrice Sonia Bergamasco ha letto un passo dei Promessi Sposi

Comune e Regione

Il saluto di Attilio Fontana e Beppe Sala alla Scala: vogliamo ancora il suo contributo

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Chi è ● Giuseppe Guzzetti, 85 anni il 27 maggio

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