Corriere della Sera

Di Maio al Vinitaly brinda con Zaia Poi attacca la Lega su Casapound

«Sgomberare loro oltre ai rom». Dialoga col governator­e sull’autonomia, ma prende tempo

- DAL NOSTRO INVIATO Emanuele Buzzi

L’evento

● L’edizione 2019 del Vinitaly si è rivelata un appuntamen­to imperdibil­e anche per il mondo della politica

● A Verona tra gli stand si è visto anzitutto il vertice del governo: dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ai due vicepremie­r Luigi Di Maio e Matteo Salvini

● Presenza fissa durante la manifestaz­ione quella del governator­e veneto Luca Zaia, così come non poteva mancare il ministro dell’agricoltur­a Gianmarco Centinaio

● Ieri a Verona è arrivata anche la presidente di Fratelli d’italia Giorgia Meloni, e il segretario del Partito democratic­o Nicola Zingaretti VERONA Autonomia, campi rom, alleanze europee. I fronti tra Movimento e Lega sono sempre aperti, nonostante Luigi Di Maio — alludendo alla sua lettera di ieri al Corriere — chiarisca: «Ci siamo detti tutto, ora dobbiamo lavorare». La tappa del vicepremie­r al Vinitaly è una girandola di calici, incontri e fotogrammi a volte politicame­nte sorprenden­ti. Come il brindisi per festeggiar­e la falanghina con i governator­i di Veneto e Campania, Luca Zaia e Vincenzo De Luca. O la stretta di mano con il sindaco di Verona Sboarina, che aveva evocato pochi giorni fa il Daspo cittadino per il leader M5S dopo le dichiarazi­oni sul Congresso delle famiglie. O ancora l’incontro casuale con il segretario dem, Nicola Zingaretti: giusto il tempo di scambiarsi un «cinque» con la mano destra.

Tra i selfie con espositori e curiosi, qualche battuta tra gli stand con la fidanzata Virginia Saba, Di Maio deve anche affrontare le polemiche. A partire da quelle con Zaia, che regala al vicepremie­r una bandiera del Veneto e ironizza: «Non è fatta in Cina». Poi ricorda: «Da noi ha molti significat­i: siamo quelli dell’autonomia». Il leader M5S — che poco prima aveva parlato del Movimento come garante della coesione nazionale — dribbla lo scontro, assicurand­o che sarà rispettato l’esito del referendum. Ma i suoi colonnelli fremono. I vertici del Movimento sanno che sull’autonomia si gioca una partita importante per il Carroccio, quasi quanto la Tav per i pentastell­ati. E tra loro c’è chi attacca: «La Lega deve dirci da che parte sta sull’autonomia, perché sentiamo riflession­i diverse tra Zaia e lo stesso Salvini. Non capiamo se vogliono spaccare il Paese in due, noi questo non lo permettere­mo. Ci devono dire se stanno con Zaia o con Salvini, non abbiamo ancora capito cosa pensano, come lo pensano e perché». «Se qualcuno vuole tornare ai tempi di Bossi, no grazie — prosegue il ragionamen­to —. Non scherziamo. Un’autonomia equilibrat­a ok, altrimenti non se ne fa nulla. Non si capisce chi prevalga tra i due, ultimament­e Zaia ha preso sempre più potere e sembra dettare la linea».

L’idea di una tregua elettorale sembra una chimera. Lo stesso Di Maio, nel pomeriggio, al rientro a Roma, difende la sindaca Virginia Raggi e apre un altro fronte con l’alleato. «I fatti di questi giorni, che stanno coinvolgen­do alcune periferie, evidenzian­o un chiaro problema di ordine pubblico — scrive su Facebook —. Il superament­o dei campi rom è doveroso. Non perché siano rom o meno, ma perché è una questione di giustizia». Il vicepremie­r auspica lo sgombero dell’immobile occupato da Casapound.

Ma l’attenzione è anche sull’europa, con Roberto Fico che prende le distanze dai sovranisti e con Davide Casaleggio che — dopo l’abbraccio a Sum con i volti storici del M5S (da Vito Crimi a Roberta Lombardi, da Stefano Patuanelli a Max Bugani) — oggi è a Bruxelles per un intervento su identità digitale e democrazia diretta. In attesa che giovedì, con tutta probabilit­à, parta l’ultima votazione su Rousseau: quella per confermare i 5 capilista che saranno indicati da Di Maio. «Sarà un testa a testa lungo sessanta giorni», chiosano nel Movimento. E nell’ottica di compattare il Movimento (oltre alla necessità di tenere saldi i numeri al Senato) le sanzioni verso i dissidenti molto probabilme­nte saranno congelate.

La visita

Battute e selfie tra gli stand con la fidanzata L’incontro (casuale) anche con Zingaretti

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Al Vinitaly Il ministro Luigi Di Maio, 32 anni, con il governator­e veneto Luca Zaia, 51

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