Di Maio al Vinitaly brinda con Zaia Poi attacca la Lega su Casapound
«Sgomberare loro oltre ai rom». Dialoga col governatore sull’autonomia, ma prende tempo
L’evento
● L’edizione 2019 del Vinitaly si è rivelata un appuntamento imperdibile anche per il mondo della politica
● A Verona tra gli stand si è visto anzitutto il vertice del governo: dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ai due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini
● Presenza fissa durante la manifestazione quella del governatore veneto Luca Zaia, così come non poteva mancare il ministro dell’agricoltura Gianmarco Centinaio
● Ieri a Verona è arrivata anche la presidente di Fratelli d’italia Giorgia Meloni, e il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti VERONA Autonomia, campi rom, alleanze europee. I fronti tra Movimento e Lega sono sempre aperti, nonostante Luigi Di Maio — alludendo alla sua lettera di ieri al Corriere — chiarisca: «Ci siamo detti tutto, ora dobbiamo lavorare». La tappa del vicepremier al Vinitaly è una girandola di calici, incontri e fotogrammi a volte politicamente sorprendenti. Come il brindisi per festeggiare la falanghina con i governatori di Veneto e Campania, Luca Zaia e Vincenzo De Luca. O la stretta di mano con il sindaco di Verona Sboarina, che aveva evocato pochi giorni fa il Daspo cittadino per il leader M5S dopo le dichiarazioni sul Congresso delle famiglie. O ancora l’incontro casuale con il segretario dem, Nicola Zingaretti: giusto il tempo di scambiarsi un «cinque» con la mano destra.
Tra i selfie con espositori e curiosi, qualche battuta tra gli stand con la fidanzata Virginia Saba, Di Maio deve anche affrontare le polemiche. A partire da quelle con Zaia, che regala al vicepremier una bandiera del Veneto e ironizza: «Non è fatta in Cina». Poi ricorda: «Da noi ha molti significati: siamo quelli dell’autonomia». Il leader M5S — che poco prima aveva parlato del Movimento come garante della coesione nazionale — dribbla lo scontro, assicurando che sarà rispettato l’esito del referendum. Ma i suoi colonnelli fremono. I vertici del Movimento sanno che sull’autonomia si gioca una partita importante per il Carroccio, quasi quanto la Tav per i pentastellati. E tra loro c’è chi attacca: «La Lega deve dirci da che parte sta sull’autonomia, perché sentiamo riflessioni diverse tra Zaia e lo stesso Salvini. Non capiamo se vogliono spaccare il Paese in due, noi questo non lo permetteremo. Ci devono dire se stanno con Zaia o con Salvini, non abbiamo ancora capito cosa pensano, come lo pensano e perché». «Se qualcuno vuole tornare ai tempi di Bossi, no grazie — prosegue il ragionamento —. Non scherziamo. Un’autonomia equilibrata ok, altrimenti non se ne fa nulla. Non si capisce chi prevalga tra i due, ultimamente Zaia ha preso sempre più potere e sembra dettare la linea».
L’idea di una tregua elettorale sembra una chimera. Lo stesso Di Maio, nel pomeriggio, al rientro a Roma, difende la sindaca Virginia Raggi e apre un altro fronte con l’alleato. «I fatti di questi giorni, che stanno coinvolgendo alcune periferie, evidenziano un chiaro problema di ordine pubblico — scrive su Facebook —. Il superamento dei campi rom è doveroso. Non perché siano rom o meno, ma perché è una questione di giustizia». Il vicepremier auspica lo sgombero dell’immobile occupato da Casapound.
Ma l’attenzione è anche sull’europa, con Roberto Fico che prende le distanze dai sovranisti e con Davide Casaleggio che — dopo l’abbraccio a Sum con i volti storici del M5S (da Vito Crimi a Roberta Lombardi, da Stefano Patuanelli a Max Bugani) — oggi è a Bruxelles per un intervento su identità digitale e democrazia diretta. In attesa che giovedì, con tutta probabilità, parta l’ultima votazione su Rousseau: quella per confermare i 5 capilista che saranno indicati da Di Maio. «Sarà un testa a testa lungo sessanta giorni», chiosano nel Movimento. E nell’ottica di compattare il Movimento (oltre alla necessità di tenere saldi i numeri al Senato) le sanzioni verso i dissidenti molto probabilmente saranno congelate.
La visita
Battute e selfie tra gli stand con la fidanzata L’incontro (casuale) anche con Zingaretti