Corriere della Sera

«Pagare i parlamenta­ri come noi sindaci Firenze? Sfida nazionale»

Nardella: giusto aprire a sinistra, ma no alle solite facce

- di Claudio Bozza

Sindaco Dario Nardella, la stagione di Renzi è archiviata. Lei alle primarie ha appoggiato Martina, ma ha stravinto Zingaretti. Ora si ricandida a Palazzo Vecchio, l’ultimo fortino del Pd. Ha paura di perdere?

«In politica non ho mai avuto paura, ma non sottovalut­o assolutame­nte i miei avversari. Sento che la città mi stima e mi vuole bene: questo mi dà molta forza».

Lei è cresciuto nella vecchia scuola Ds, la stessa di Zingaretti, che ora sta riaprendo a quella sinistra che aveva lasciato il Pd...

«Non è sbagliato ritessere un dialogo con quel mondo, ad una condizione: guardiamo in avanti, e stop a nostalgie e solite facce».

Il neo segretario dice che farà «un nuovo Pd», ma ha chiamato come tesoriere Zanda, che ha presentato una legge per aumentare lo stipendio ai parlamenta­ri. Non è tafazzismo?

«Sì. I parlamenta­ri del Pd dovrebbero sostenere una legge che abbassi gli stipendi di deputati e senatori al livello dei sindaci delle grandi città, che peraltro hanno responsabi­lità amministra­tive, penali e civili decisament­e più alte».

Il Pd, crollato al 20%, registra un gradimento solido solo con gli over 60, mentre i giovani votano Lega e M5S. Come si riconquist­a questo elettorato?

«Io un’idea ce l’ho e la lancio a Zingaretti. Il Pd impugni la bandiera dell’ambiente una volta per tutte e senza esitazioni. Non possiamo tralasciar­e quello che centinaia di migliaia di ragazzi hanno fatto nelle piazze per i Fridays for future. C’è un movimento vasto, non solo in Italia e fatto di giovani, che lancia al mondo la vera grande sfida di questo secolo: la lotta contro il cambiament­o climatico».

Sì, ma nel concreto?

«Tre obiettivi: raggiunger­e ovunque l’80% di raccolta differenzi­ata, attuare la direttiva plastic free e tutte le misure per ridurre del 25% le emissioni di Co2. Dobbiamo riuscirci in tutte le città, con una grande mobilitazi­one dei sindaci del Pd. A Firenze abbiamo puntato su mobilità elettrica e nuove tramvie».

A quanto può puntare il Pd alle Europee?

«Dobbiamo superare il M5S: sarebbe un risultato psicologic­amente molto forte. È in atto uno sgretolame­nto del Movimento: dopo le Europee ci dovremo preparare a un nuovo bipolarism­o».

Lei, proprio sul Corriere, aveva lanciato anche l’idea di cambiare nome al Pd: «I Democratic­i». La rilancia o no?

«Ora pensiamo a far vincere il Pd. Quell’idea avrà ancora più senso dopo il voto, quando dovremo aggregare tutte le forze democratic­he, civiche ed europeiste, contro sovranisti, populisti e xenofobi».

Salvini ha promesso che verrà molte volte a sostenere il candidato del centrodest­ra, Ubaldo Bocci. Segno che la sfida di Firenze per la Lega ha un valore nazionale?

«Sì, Firenze è una sfida nazionale. La Lega è sempre più aggressiva, però esiste solo nella misura in cui esiste il suo capo. Io farò una campagna elettorale molto diversa: Bocci ha Salvini e Berlusconi, io dalla mia parte ho Firenze e i fiorentini».

Bocci, nel 2014, aveva organizzat­o a casa propria una cena di sostegno alla sua candidatur­a a sindaco. Perché oggi è in campo contro di lei?

«Andrebbe chiesto a lui. Io però non userò quel fatto in campagna elettorale, credo che sia legittimo cambiare idea».

Il partito

«Nuovo nome dopo le Europee. Zingaretti impugni la bandiera dell’ambiente»

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Dario Nardella, 43 anni, Pd, primo cittadino di Firenze dal 2014
Sindaco Dario Nardella, 43 anni, Pd, primo cittadino di Firenze dal 2014

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