Una mamma occupa la casa assegnata a famiglia rom
Alla fine hanno rinunciato. Vogliono andare da un’altra parte. «Troppa violenza nei nostri confronti, troppo odio. Chiediamo al Comune di trovarci un alloggio in un quartiere diverso da Casal Bruciato». Un’altra bomba a orologeria è scoppiata nella Capitale. Dopo Torre Maura, questa volta è toccato al Tiburtino, a meno di un chilometro dalla stazione Tiburtina, dove una famiglia rom dal campo della Barbuta, a Ciampino, secondo il Comune regolarmente assegnataria di una casa popolare dopo aver scalato la graduatoria — due adulti e sei bambini —, ha preferito lasciar perdere per le proteste che i residenti hanno scatenato fin dal pomeriggio di domenica, proseguite per tutta la giornata di ieri anche con l’appoggio diretto di Casapound, dopo la scoperta che i nomadi sarebbero andati ad abitare in un appartamento al sesto piano di un palazzo in
via Cipriano Facchinetti. La decisione dei rom è stata accolta, «con tristezza», dalla sindaca Virginia Raggi, che in serata ha attaccato proprio il movimento di estrema destra, presente anche questa volta nel quartiere. «Hanno creato un clima di odio e terrore. Per garantire l’incolumità e la vita di questi sei bambini siamo costretti ad assegnare un altro appartamento alla famiglia», spiega la prima cittadina, per la quale « è paradossale che a impedirne l’ingresso siano gli stessi che occupano abusivamente uno stabile in centro città. Casapound non ci fa paura: non abbiamo alcuna intenzione di cedere alla loro prepotenza». Contro il presidio dell’ultradestra, che ha montato una tenda davanti all’edificio per ospitare simbolicamente Noemi Fasciano, 20 anni, e il suo bimbo di sei mesi — che nella notte
aveva preso possesso abusivamente dello stesso alloggio destinato ai rom —, si è però scagliata una residente 85enne: «Siete fascisti, mi fate schifo. Di quel periodo non sapete niente, non lo avete vissuto. Io sì. Casal Bruciato un tempo era rosso. Le colpe sono anche della sinistra, qui oggi al posto loro dovevamo esserci noi». E il vice premier Luigi Di Maio, riprendendo le parole della sindaca, ha ricordato come «il superamento dei campi rom è doveroso per una questione di giustizia. E sgomberiamo Casapound, così come chiunque occupi in modo illegittimo un’abitazione o uno stabile già assegnato a chi ne ha realmente bisogno». «Non l'avevo mai fatto in vita mia, ma viviamo in sei a casa di mia nonna. I rom hanno forse più diritti di noi?», spiega proprio Noemi, mentre per Naio Adzovic, già capo rom del maxi campo in via di Salone, e ora presidente dell’associazione Nuova Vita, a Roma «c’è troppo odio contro di noi. È pericoloso. Il clima ricorda quello degli anni 30. Ci sono 15 famiglie in cima alle graduatorie, ma nomi e luoghi sono segreti per evitare rappresaglie». I nomadi fuggiti da Casal Bruciato hanno intanto presentato denuncia ai carabinieri per minacce. Per ora non ci sarebbero aggravanti dell’odio razziale, anche se sul caso deciderà la Procura. L’appartamento in questione è stato sigillato dalla polizia: si attende ora l’arrivo di un nuovo inquilino. In serata però altri momenti di tensione: in via Facchinetti sono giunti alcuni abitanti di Torre Maura, mentre da un gruppo di rom di un campo vicino sono partiti insulti contro i residenti di Casal Bruciato.