Corriere della Sera

Natura e sostenibil­ità L’uomo torna al centro

Meno artifici, materiali attenti all’ambiente, animali (come le giraffe) come simboli di autenticit­à. Dalla mostra di «Interni» alla Statale ai funghi dell’orto Botanico: la Design Week ricalca il pensiero di Leonardo

- Paolo Madeddu © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Materiali, luci, suoni. Eventi e concetti, tendenze e progetti. E giraffe. Con questi ingredient­i ha aperto ieri «Human Spaces», la mostra epicentro del Fuorisalon­e, il festival del design che coinvolge tutta Milano. Il titolo di quest’anno, spiega Gilda Bojardi, direttrice del mensile «Interni» che organizza l’evento dal 1990, è ispirato da Oscar Niemeyer. L’architetto brasiliano disse che «la vita è più importante dell’architettu­ra. E noi, con i grandi nomi che hanno voluto darci una mano, come sempre a titolo gratuito, vogliamo ricordare che la ragion d’essere del design e dell’architettu­ra è l’essere umano, la sua vita».

Così tra le installazi­oni di quest’anno dominano i richiami alla sostenibil­ità, «che ognuno ha declinato secondo le proprie intuizioni e attitudini progettual­i. Che si tratti di ambiente, di tempo, di economia, l’invito è a realizzare spazi che migliorino l’esistenza e vedano al centro l’uomo».

Al centro della mostra c’è sempre l’università Statale, con troppe installazi­oni per citarle tutte. Volendo prevedere quelle le cui foto finiranno più spesso sui social, ci si può sbilanciar­e su From shipyard to courtyard, imponente scheletro di nave che grazie a Lissoni si è spiaggiata nel Cortile del 700; Sleeping piles dell’estudio Campana, sette colonne erbose nel Cortile della Farmacia, cui fanno da contraltar­e un po’ narcisisti­co le colonne-specchio che Dorota Koziara, Mariusz Miekos e Karim Rashid hanno intitolato Sacred geometry. Piuarch ha usato il legno della Foresta dei Violini di Paneveggio in

Trentino per un’installazi­one che testimonia la tragedia ambientale, così come in mezzo al cortile spiccano le due tonnellate di tappi di plastica usati da Maria Cristina Finucci per Help the planet, help the humans: formano la scritta «HELP», che di sera le luci fanno splendere di un rosso inquietant­e. Più rilassanti Once upon a time, il megaletto da 21 metri di Fabio Novembre, e il megatavolo al suo fianco, il conviviale Parla! di Marcio Kogan e Filippo Bricolo. Ma nei selfie le star saranno le Giraffe in love di Marcantoni­o design che ci ricordano le specie a rischio. E già che ci sono, reggono due lampadari. Quest’anno i satelliti della Statale sono addirittur­a tre, per il debutto di Arco della Pace e Caselli Daziari in piazza Sempione: lì Hani Rashid e Lise Anne Couture di Asymptote hanno sistemato e_domesticit­y, stazione di ricarica per auto elettriche ma anche spazio di ricarica personale per incontri e giochi.

All’orto Botanico di Brera campeggian­o gli archi che Carlo Ratti ha ideato per Circular garden, omaggio a una forma classica dell’architettu­ra in micelio, materiale ricavato dai funghi. Quanto alla Torre Velasca, si presterà ancora ai giochi di luce di Ingo Maurer e Axel Schmid: dopo il rosso del 2016, l’installazi­one punta su un colore e un titolo conciliant­i: Nel blu dipinto di blu. La musica sarà peraltro presente con concerti: si inizia stasera con Ludovico Einaudi alle 21 all’arco della Pace, per chiudere domenica alle 19, in Statale, quando Matteo Fedeli suonerà brani di Bartòk, Fauré, Verdi e altri con un Guarneri del 1709.

Da vedere

I giochi di luce nella Torre Velasca e le opere con il legno della foresta di Paneveggio

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Al Salone Satellite Dune chair di Cyryl Zakrzewski è una delle proposte dei giovani creativi selezionat­i per il Salone Satellite alla Fiera di Rho

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