Unicredit, dipendente truffa 15 milioni in Cina La banca: nessuna perdita finanziaria
Incidente di percorso per Unicredit in Cina. Un dipendente infedele del gruppo, secondo quanto riportato dal sito della «Bloomberg», ha sottratto alla clientela nel corso degli ultimi tre anni circa cento milioni di yuan, poco più di 15 milioni di dollari, trasferendoli sui suoi conti. Il dipendente, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti cinesi, avrebbe usato password condivise per accedere ai conti e per movimentare le somme, ma avrebbe sfruttato anche una serie di lacune nel sistema di sicurezza. Il caso è stato denunciato alle autorità di polizia e alle autorità di controllo alla fine dello scorso anno, ma è venuto alla luce solo ora e nulla si sa ancora sull’identità del dipendente.
Lo scandalo riporta in primo piano il tema della sicurezza dei clienti delle banche e su questo sarà chiamata ad esprimersi la China banking and insurance regulatory commission, l’autorità che vigila sul settore, che ha comunque già annunciato che imporrà una sanzione nei prossimi mesi alla banca italiana.
I vertici di Unicredit hanno assicurato di essere pronti a intervenire per evitare nuove analoghe situazioni e hanno espresso «disappunto per quanto avvenuto in Cina». «I nostri clienti non hanno sofferto alcuna perdita finanziaria», assicurano fonti di Unicredit, ponendo l’accento sul fatto che «la sicurezza degli asset dei clienti è la prima preoccupazione e tutti gli sforzi sono stati fatti per assicurarci che simili incidenti non possano ripetersi». Unicredit «si rammarica di questo incidente e si scusa con le persone colpite», ricordando comunque che «il gruppo si attiene strettamente a tutte le norme e regolamentazioni in ogni mercato nel quale opera».