Corriere della Sera

La disciplina intima dell’investitor­e Sfida allo spettro del crac Lehman

Esce oggi per Rizzoli il volume autobiogra­fico in cui Paolo Basilico racconta la sua esperienza nel mondo della finanza

- Di Federico Fubini

U n pomeriggio di più di dieci anni fa, Paolo Basilico fece ciò che qualunque uomo di finanza di solito evita accuratame­nte. Salì su un palco e parlò di sé. In qualche modo si mise personalme­nte in gioco di fronte a settecento clienti stipati in una sala dell’hotel Principe di Savoia di Milano, nel punto più basso della crisi finanziari­a che in quelle settimane stava sconvolgen­do il mondo. In quel momento era come se l’onda d’urto dell’esplosione di Lehman Brothers facesse ancora tremare i vetri e oscillare i lampadari dell’albergo di lusso su piazza della Repubblica.

«Poi la luce si spense» è il modo, tipicament­e semplice, con cui Basilico racconta quell’infarto dei mercati internazio­nali negli ultimi mesi del 2008. Lo scrive lui stesso in un libro (Uomini e soldi. Il racconto di una vita svela i segreti per investire con successo, Rizzoli) atipico e riuscitiss­imo un po’ com’è la sua carriera per intero: diversa da quasi tutte le altre, di successo in maniera profondame­nte personale. Fondatore e amministra­tore delegato della boutique d’investimen­to Kairos, Basilico veniva allora dal primo decennio della sua creatura (che proprio in questi giorni sta lasciando). Il progetto Kairos era partito da zero nel 1999 con lui e solamente altri tre partner di talento — Roberto Condulmari, Guido Brera, Paolo Bosani — ma nel 2006 stava già gestendo risparmi per 7,5 miliardi sempliceme­nte per il passaparol­a fra risparmiat­ori sull’approccio innovativo di quei quattro e della loro squadra. Poi, sul mondo occidental­e e sull’italia si riversò il peggiore terremoto dei mercati degli ultimi ottant’anni. Kairos come tutti fu investita dalle perdite e persino dalla difficoltà di trovare qualcuno dall’altra parte del filo, quando da Milano i suoi uomini chiamavano le banche di Londra o di New York.

Ne andava del futuro della creatura dei quattro partner, una boutique indipenden­te nella quale i gestori investivan­o il denaro proprio e dei propri clienti: più agile, ma anche dalle spalle meno coperte, proprio perché allora Kairos non aveva nessuna grande istituzion­e a coprirle le spalle. Per questo quella sera di oltre dieci anni fa 700 clienti si erano assembrati nella sala del Principe di Savoia: volevano capire se potevano continuare a fidarsi. Basilico salì sul palco «dopo una notte a occhi aperti», scrive, «sapendo che da quello che avrei detto stavolta poteva dipendere il destino di tutti noi». Non elaborò complessi calcoli, mostrò solo che aveva tutti i suoi soldi investiti con quelli dei suoi clienti. «Scesi dal palco», scrive, «esausto per la tensione. Per una persona riservata e attenta alla privacy come me, avevo fatto una cosa assurda. Però funzionò».

C’è molto dell’autore in questo passaggio del suo libro che è un po’ autobiogra­fia e un po’ guida illuminata all’investimen­to nei mercati finanziari; o più precisamen­te è entrambe le cose in una, dalla Milano agli albori della finanza moderna negli anni Ottanta fino alle incertezze dell’italia di oggi («Non ho ancora capito da che parte stiamo. Se vogliamo fare la partita che il capitalism­o impone o se abbiamo in mente un modello alternativ­o»). Il tutto declinato in una prosa limpida e viva, senza la vanagloria che di solito infiltra le memorie degli uomini di successo. Forse perché in fondo un tratto essenziale di Basilico è quello che lui chiama «il valore della semplicità che — dice — per me è qualcosa di profondo. A parte le materie prettament­e scientific­he, la complessit­à è un imbroglio». Quello di Basilico è il desiderio di concretezz­a di chi ha capito come anche la finanza non sia in primo luogo il risultato di astrusi algoritmi, ma di emozioni e comportame­nti umani, con relative forze e debolezze. Per investire bene, nota Basilico, «non serve un quoziente intelletti­vo da scienziati ma una disciplina interiore». Altrimenti detto, «l’entusiasmo è spesso indispensa­bile in molti campi, ma in finanza quasi sempre conduce al disastro».

Una sua piccola regola artigianal­e è sempre stata sottoporre a esame grafologic­o chi si proponeva per essere assunto, come era stato fatto su di lui in gioventù (lo stratagemm­a, dice, lo salvò dal mettersi in azienda un criminale). Basilico non poté controllar­e la calligrafi­a di Bernie Madoff, il più grande truffatore della storia di Wall Street, ma uscì da un incontro con lui nel 2002 molto perplesso. Per la precisione Madoff («all’epoca una figura quasi mitologica») lo cacciò dall’ufficio dopo qualche domanda di troppo. L’uomo aveva «il demone di voler essere adorato e adulato». Basilico no, lui ha il demone di voler ragionare con il suo cervello e in collaboraz­ione con altri. Nel raccontarl­o in questo libro, lo trasmette anche un po’ a noi risparmiat­ori.

Succession­e Il 16 aprile Basilico lascerà la guida del Gruppo Kairos a Fabio Bariletti

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È di ieri la notizia che il 16 aprile Paolo Basilico, fondatore della boutique d’investimen­to Kairos, lascerà la carica di amministra­tore delegato a Fabio Bariletti, che da vent’anni lavora per il gruppo e attualment­e guida la divisione di Londra. Basilico lascia Kairos, ma rimarrà advisor dell’azienda. L’immagine: Collettivo Claire Fontaine (2004), Untitled / Rust & Tears (2012, stampa su carta), in mostra a Palazzo Ducale, Genova fino al 5 maggio
Annuncio È di ieri la notizia che il 16 aprile Paolo Basilico, fondatore della boutique d’investimen­to Kairos, lascerà la carica di amministra­tore delegato a Fabio Bariletti, che da vent’anni lavora per il gruppo e attualment­e guida la divisione di Londra. Basilico lascia Kairos, ma rimarrà advisor dell’azienda. L’immagine: Collettivo Claire Fontaine (2004), Untitled / Rust & Tears (2012, stampa su carta), in mostra a Palazzo Ducale, Genova fino al 5 maggio

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