Corriere della Sera

Le battaglie di Lupita

Il momento d’oro di Nyong’o, tra le più richieste a Hollywood: da «12 anni schiavo» ai kolossal «Dopo l’oscar chiedo più rispetto: per noi neri tutto è complicato Mi batto contro il razzismo sul set»

- Giovanna Grassi

È il periodo d’oro di Lupita Nyong’o. Dopo l’oscar per 12 anni schiavo nel 2014 la carriera dell’attrice keniota-messicana è in continua ascesa. I giovani la conoscono soprattutt­o per Black Panther, è sugli schermi con il thriller-horror Noi, è stata tra i protagonis­ti di Star Wars. «Non so però che cosa significhi che “questo è il mio momento”. Recito da anni, l’ho fatto anche a Broadway e valuto con attenzione le occasioni che mi offrono. La recitazion­e fa parte della mia vita. Ho studiato, vissuto, lottato, sempre fiera del colore della mia pelle, dei miei capelli crespi, delle mie origini».

Non è soddisfatt­a degli elogi?

«Mi dico sempre: sei quello che vuoi essere, non l’immagine che gli altri ti assegnano. Ringrazio. Però il mio obiettivo non è conquistar­e i tappeti rossi o far parte dei ranghi dello star system, ma riuscire a dare più potere alle donne e a cambiare gli stereotipi femminili. E voglio lavorare anche come produttric­e».

La «Plan B» di Brad Pitt la affiancher­à nella produzione di «Born a Crime» sull’apartheid in Sudafrica, dal libro di Trevor Noah...

«Dopo la prima pagina non ho potuto più lasciare questo libro, l’ho letto d’un fiato e poi ho voluto conoscere Trevor, che è sfuggito a un destino difficile diventando un comico di grande intelligen­za».

Non le basta la carriera d’attrice?

«No, produrre film è l’unico modo per controllar­e la propria carriera a Hollywood. Presto porterò sullo schermo Americanah di Chimamanda Ngozi Adichie sulle vicissitud­ini di due immigrati nigeriani».

Per molte giovani attrici vincere un Oscar non ha sempre significat­o una carriera luminosa. Lei come ha sfruttato la statuetta?

«Chiedendo rispetto per i miei progetti, che affrontano temi importanti. In Americanah, a uno dei giovani protagonis­ti, Obinze, viene negato il visto Usa. La ragazza, Ifemelu, scopre negli Usa che cosa significa avere la pelle nera. Ho pianto leggendo questo libro, pensando alle sofferenze di tanti immigrati nel mondo».

Lei è cresciuta in una famiglia benestante e colta, suo padre era docente universita­rio e uomo politico…

«E’ vero, ma posso dire che tutto è stato duro, anche sui banchi di Yale nei corsi di Letteratur­a e Arte Drammatica. Essere cresciuta in Kenia e in Messico mi ha aiutato a combattere sempre ogni discrimina­zione. Lo feci con il cuore e con tutto il mio corpo anche interpreta­ndo Patsey, brutalizza­ta dalle violenze, in 12 anni schiavo».

I suoi genitori l’hanno appoggiata nelle sue scelte?

«Sono nata in una famiglia illuminata. Parlo cinque lingue, mi sento parte di un mondo che si batte per gli altri. Mio padre ha sempre inteso la politica, anche nei periodi in cui è stato senatore in Kenya, come una lotta per aiutare la sua gente. Mia madre Dorothy per me è sempre stata

dDifferenz­e

Essere cresciuta in Kenya e in Messico mi fa vedere il mondo senza differenze Ma anche a Yale è dura

un esempio, è una donna impegnata per l’africa Cancer Foundation. Queste sono le cose per cui battersi nella vita. Se io posso impiegare bene i soldi che ho (grazie anche alla pubblicità e alla moda) lo faccio, non certo per vanità». Con quali registi le piacerebbe lavorare? «Con tutti quelli che sanno tradurre la scrittura in immagini, senza mercificar­e i temi. Mi piace scrivere, più di alcuni film sono così fiera del mio primo libro per i giovani che può dare qualcosa anche agli adulti. L’ho presentato prima su Instagram, si intitola Sulwe. Sulla copertina ha una bimba nera perché lo scopo del mio libro è insegnare a tutti che bisogna amare i colori della propria pelle attraverso le avventure, i dolori e le gioie della vita. La pelle ha un colore, l’anima no».

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 ??  ?? Eroina Marvel L’attrice nei panni di Nakia, tra i protagonis­ti di «Black Panther», film campione d’incassi del 2018 basato sul personaggi­o di Pantera Nera della Marvel
Eroina Marvel L’attrice nei panni di Nakia, tra i protagonis­ti di «Black Panther», film campione d’incassi del 2018 basato sul personaggi­o di Pantera Nera della Marvel
 ??  ?? La statuetta Lupita Nyong’o con Michael Fassbender in una scena di «12 anni schiavo», film grazie a cui ha conosciuto la fama e vinto l’oscar come miglior attrice non protagonis­ta
La statuetta Lupita Nyong’o con Michael Fassbender in una scena di «12 anni schiavo», film grazie a cui ha conosciuto la fama e vinto l’oscar come miglior attrice non protagonis­ta
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Horror «Noi» è il primo horror per l’attrice kenyota: nel film vive una vacanza da incubo

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