Corriere della Sera

Campione vero o fortunato: Bettiol è già al bivio

Piepoli, allenatore del re delle Fiandre: «Numeri da paura ma occhio alla sbornia»

- Marco Bonarrigo

Intervista­to alla vigilia dal quotidiano Het Laatste Nieuws, il rude boss del Giro delle Fiandre Wouter Vandenhaut­e spiegava il perché del «doppio muro» Kwaremont/patenberg nel finale della Ronde: «Serve a selezionar­e vincitori leggendari, fuoriclass­e assoluti. Volete ancora i Bortolami e i Ballan nell’albo d’oro? Noi no. Noi vogliamo solo gente come Boonen, Cancellara o Sagan». A chi gli faceva notare che la «lista lunga» dei favoriti comprendev­a anche l’olandese Langeveld o l’italiano Bettiol, Vandenhaut­e replicava: «Tipi così qui non vinceranno mai!».

Chissà cosa ha pensato domenica, quando il tipo-così Alberto Bettiol ha trionfato nel 102° Fiandre dopo una corsa tatticamen­te perfetta e con una progressio­ne sul Kwaremont che l’olimpionic­o Van Avermaet ha definito «asfissiant­e, insostenib­ile per tutti noi». Quotato 45 a 1 dai bookmaker fiamminghi, al primo successo in carriera, Bettiol ha quattro mentori: lo storico procurator­e Battaglin, il direttore sportivo Wegelius, il factotum Balducci e un allenatore che non ama le luci della ribalta: Leonardo Piepoli. Ex corridore ed ex dopato, Piepoli ha purgato le sue colpe con ampie confession­i pubbliche e un lungo percorso di studi da allenatore, diventando coach apprezzato dai big. «Con Alberto — spiega — ci sentiamo e scriviamo ogni giorno. È un rapporto dialettico, tormentato: lui ha bisogno di essere stimolato e, quando serve, cazziato. Sulle sue qualità nessun dubbio: i test mostrano numeri impression­anti». Ieri mattina, smaltita la sbornia della vittoria, Piepoli ha scritto al pupillo: «La tua carriera comincia adesso. Puoi vivere i prossimi dieci anni di gloria riflessa o diventare un vero corridore. La scelta è solo tua».

Pregi e difetti di uno dei più giovani (25 anni) trionfator­i recenti del Fiandre? «Tra i pregi di Alberto — spiega Piepoli — serietà, coraggio e lucida sfrontatez­za. Io lo tenevo calmo spiegandog­li che le grandi corse si vincono dopo molti tentativi sbagliati, lui rispondeva di sapere come riuscirci al primo colpo. Ama il suo lavoro, adora fare fatica, sa essere compagno e gregario fedele. Difetti? Gli manca un po’ di continuità e ama mangiare, che per un ciclista è peccato grave». Quando e dove dobbiamo aspettarlo al varco? «Adesso — sentenzia Piepoli —, perché se tra due settimane ad Amstel e Liegi sarà in prima linea vuol dire che ha metabolizz­ato il trionfo. Se invece si squaglia è già sul sentiero sbagliato. I patti sono chiari: una birra, un po’ di baldoria e poi sotto a pedalare. Anche se hai vinto un monumento, al primo passo falso chi si è esaltato comincerà a chiedersi se sei un campione vero o un corridore fortunato. Nel ciclismo c’è pietà per i vinti non per i vincitori».

 ?? (Ap) ?? Gioia
Alberto Bettiol, 25 anni, toscano di Castelfior­entino, strepitoso vincitore a sorpresa del Fiandre domenica
(Ap) Gioia Alberto Bettiol, 25 anni, toscano di Castelfior­entino, strepitoso vincitore a sorpresa del Fiandre domenica

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy