Corriere della Sera

Quel dischetto lontano è come l’immaginava­mo

I calcoli erano giusti: non sempre nella scienza va così

- di Carlo Rovelli

Eccolo lì. Piccolo dischetto nero circondato di arancio e rosso fuoco. Del tutto simile all’immagine che speravamo di poter vedere: quasi indistingu­ibile dalle simulazion­i prodotte nei mesi scorsi dai calcoli e dai computer... Ma questa non è un’immagine simulata. Questa è un’immagine vera.

La guardo forse ancora incredulo. Ho studiato i buchi neri tutta la vita, ma non credevo sarei arrivato a vederne una vera immagine. Mille pensieri e mille ricordi, guardando questa immagine...

Ricordo il mio libro di testo universita­rio, che nel capitolo sui buchi neri diceva che tutto sommato non ci si credeva che i buchi neri esistesser­o davvero... Ricordo il direttore del centro di ricerca dove sono andato a lavorare nel 2000. Durante la nostra prima conversazi­one anche lui era molto scettico che i buchi neri fossero reali. E invece... eccolo lì.

È curioso che tanti si siano chiesti come possiamo vedere un buco nero, che non fa luce. Come se fosse difficile vedere un buchetto in una scatola di cartone, solo perché dentro la scatola è buio.

Eccolo lì. Il piccolo dischetto nero, che conferma anni di studi e di calcoli. Era tutto giusto... Non sempre va tutto così bene nella scienza: ci sono attese che restano crudelment­e deluse dalla realtà. Basti pensare, recentemen­te, alle particelle chiamate supersimme­triche che tanti aspettavan­o di vedere a Ginevra, e invece si sbagliavan­o.

Ma per la fisica della gravità questo è un momento magico. Una sequenza di successi spettacola­ri, culminati con la rilevazion­e delle onde gravitazio­nali, solo di due anni fa, e oggi con la prima immagine di un buco nero. La straordina­ria teoria di Einstein, la relatività generale, con le sue previsioni rocamboles­che, non fa che ricevere conferme su conferme.

Penso non sia un momento magico solo per la fisica della gravità. È un momento magico per l’umanità intera, che si affaccia sempre più all’universo e vede cose che nessuno di noi aveva mai visto prima. Come quando Galileo per primo alzò il telescopio al cielo. Come quando gli astronauti dalla luna videro per la prima volta il nostro pianeta blu risplender­e intero nel cielo.

L’universo si svela lentamente a noi, e non fa che rivelarsi sempre più luogo di rutilanti meraviglie, che la nostra intelligen­za insegue a fatica, e la nostra immaginazi­one vacilla a cercare di figurare. Un piccolo dischetto sì, ma è a 55 milioni di anni luce di distanza: la luce che ci porta l’immagine che oggi guardiamo tutti noi incantati è partita da là molto prima che comparisse sulla Terra la nostra inquieta e fragile specie.

E lui, il buco nero, provate a immaginarl­o: una sfera più grande che l’intera orbita di Saturno, con la massa di sei miliardi e mezzo di soli. Circondato da una corona di plasma infuocato che rotea a una velocità vicina a quella della luce e risplende così viva che noi siamo riusciti a vederla attraverso gli immensi spazi siderali aperti fra le galassie...

E dentro questo gigante del cielo cosa succede? Cosa c’è? Ancora non lo sappiamo, perché lì dentro Einstein non basta. Stiamo studiando. Lo scopriremo.

 Ho studiato i buchi neri tutta la vita, ma non credevo sarei arrivato a vederne una vera immagine Sono ancora incredulo

 ?? Corriere della Sera ?? Come si formano i buchi neri stellari Quando una stella con una massa pari a 20 volte quella del nostro Sole termina il suo combustibi­le nucleare, collassa su se stessa a causa della gravità Stella alla fine della sua vita Supernova Collasso Buco nero Le forze gravitazio­nali sono così forti da raggiunger­e la velocità della luce (300 mila chilometri al secondo): nulla può più sfuggire alla gravità, nemmeno la luce Quando le reazioni nucleari all’interno della stella non possono più avvenire, inizia il collasso gravitazio­nale La stella esplode, lanciando nello spazio parte della materia degli strati esterni Il nucleo collassa sotto il suo stesso peso in un punto di densità infinita chiamato «singolarit­à» Quasar Gas e materia, risucchiat­i dal buco nero, si surriscald­ano ed emettono radiazioni Disco di accrescime­nto Stella Singolarit­à Getto relativist­ico di particelle Nucleo Buco nero Il margine dove la luce scompare è chiamato «orizzonte degli eventi» Getto relativist­ico di particelle
Corriere della Sera Come si formano i buchi neri stellari Quando una stella con una massa pari a 20 volte quella del nostro Sole termina il suo combustibi­le nucleare, collassa su se stessa a causa della gravità Stella alla fine della sua vita Supernova Collasso Buco nero Le forze gravitazio­nali sono così forti da raggiunger­e la velocità della luce (300 mila chilometri al secondo): nulla può più sfuggire alla gravità, nemmeno la luce Quando le reazioni nucleari all’interno della stella non possono più avvenire, inizia il collasso gravitazio­nale La stella esplode, lanciando nello spazio parte della materia degli strati esterni Il nucleo collassa sotto il suo stesso peso in un punto di densità infinita chiamato «singolarit­à» Quasar Gas e materia, risucchiat­i dal buco nero, si surriscald­ano ed emettono radiazioni Disco di accrescime­nto Stella Singolarit­à Getto relativist­ico di particelle Nucleo Buco nero Il margine dove la luce scompare è chiamato «orizzonte degli eventi» Getto relativist­ico di particelle

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